La fine delle culture e la storia

 

Giuseppe Dossetti, Vangelo, Salmi e Storia. La conversazione di don Giuseppe Dossetti ai giovani preti foggiani il 21 giugno [1996] a Montesole, in «Voce di popolo», 27 (1996), p. 6.

 

Già nelle riflessioni avviate negli anni Cinquanta Dossetti si era concentrato sul tema della crisi, intesa soprattutto come incapacità di reazione creativa a una evoluzione culturale che aveva fatto saltare completamente gli equilibri che avevano retto il mondo per decenni se non per secoli. Gli stessi avvenimenti che avevano interessato l’Ungheria nel 1956 erano stati interpretati da Dossetti come la certificazione della fine della forza propulsiva dell’ideologia comunista, che avrebbe potuto solo prolungare, per un tempo più o meno lungo, la sua capacità di condizionamento degli avvenimenti internazionali, ma senza più poter ambire ad una qualsiasi posizione di supremazia o di penetrazione culturale. «Io oggi sono un uomo senza maestri e senza cultura», aveva detto Dossetti quello stesso anno intervenendo al Consiglio comunale di Bologna, «che denuncia la liquidazione del proprio pensiero di fronte alla crisi di una civiltà, che non è crisi di questa o di quella parte, ma che è crisi veramente totale».

Il trasferimento nei territori palestinesi nel 1972 fu proficuo anche per stimolare in Dossetti la consapevolezza delle sfide poste di fronte al cristianesimo. Si rafforzava così in lui un’idea maturata già negli anni Quaranta: cioè l’urgenza di guardare al futuro abbandonando per sempre ogni residuo di nostalgia del regime di cristianità che aveva plasmato per secoli la vita del cattolicesimo. Ma la scelta di vivere in Cisgiordania intendeva essere anche un gesto di condivisione della vita dei più poveri e disagiati: in questo caso la popolazione araba che viveva una condizione di passione permanente e all’apparenza insuperabile, determinata proprio da una politica occidentale che, a sua volta, era attraversata da una crisi negata e dissimulata. Una crisi che, nel giudizio di Dossetti, rendeva l’Occidente incapace di comprendere le conseguenze nefaste delle proprie scelte politiche: come nel caso della I Guerra del Golfo (1990-91), che avrebbe fatalmente favorito una radicalizzazione dell’integralismo islamico e il rischio conseguente della scomparsa del cristianesimo dall’intera regione mediorientale. Per tutta la vita Dossetti si era sforzato di decifrare i segnali di involuzione del sistema politico e sociale per reagire prima che fosse troppo tardi e il suo auspicio era sempre stato quello che i cristiani imparassero a fare altrettanto.

Il regime di cristianità era giunto a termine e nulla avrebbe potuto rianimarlo. Poco tempo prima di morire, riflettendo sulle prospettive che si aprivano per la vita dei cristiani, aveva avvertito che: «ogni tentativo di ricostituire o per “dar da bere” che si può ricostruire una sintesi culturale o una organicità sociale che presidi e che difenda la Fede sarà sempre più un tentativo illusorio. E io prego perché noi sacerdoti, e noi pastori della Chiesa non diamo a nessuno questa illusione, anche se una certa tentazione è sempre rinascente. Forse già in questi giorni si cerca[no] di preparare nuovi presidi, nuove illusioni storiche, nuove aggregazioni che cerchino di ricompattare i cristiani. Ma i cristiani si ricompattano solo sulla parola di Dio e sull’Evangelo! E sempre più dovremo […] contare esclusivamente sulla parola del Signore, sull’Evangelo riflettuto, meditato, assimilato» (Intervento a Monte Sole del 4 aprile 1994)

Il 21 giugno 1996, in uno dei suoi ultimi incontri pubblici, Dossetti indicò ad un gruppo di sacerdoti di Foggia che erano venuti a visitarlo di leggere

 

libri di solida formazione storica, una pagina al giorno, ma con continuità. È indispensabile per avere il senso storico, non tanto per sapere i fatti, che delle volte sono troppo complessi o troppo parziali rispetto all’universalità del grande flusso storico. Se si ha un po’ di senso storico si relativizzano, giustamente e con liberazione, anche tante cose che devono essere evidentemente superate, che possono essere state convinzioni solide ma non sufficientemente rapportate al nucleo essenziale del kerygma, dell’evangelo. E riscoprirete, attraverso questa occasione che vi è offerta dalla storia, la necessità di arrivare sempre di più al sodo dell’evangelo.

 

Il saggio fa parte del kit formativo Giuseppe Dossetti, a cura di Enrico Galavotti. Vai al kit...

Geotags:
Anno Pubblicazione:
1996
Numero di pagine:
3
Autore:
Giuseppe Dossetti
Data Creazione:
Lun, 30/06/2025 - 15:23