Quando si pensa alla prima età moderna, uno dei maggiori ambiti di studio che ci sovviene è quello riferito alle scoperte geografiche e all’espansione europea verso le Americhe, l’Asia e l’Africa, che caratterizzò buona parte del XVI e XVII secolo. Ciò si lega indissolubilmente all’esperienza missionaria cristiana, in particolar modo cattolica, supportata e incentivata dalle maggiori potenze europee del tempo.
Tra i principali attori del processo di evangelizzazione globale tra la seconda metà del ‘500 e la prima metà del ‘700 spiccano i membri della Compagnia di Gesù, fondata dallo spagnolo Ignacio de Loyola e ufficialmente approvata da papa Paolo III nel 1540. L’ordine, che in pochi decenni si rese protagonista di un percorso di sviluppo eccezionale divenendo una delle istituzioni più influenti, e controverse, presso le corti del Vecchio Continente, fece dell’attività apostolica una delle sue principali vocazioni e si affiancò alle potenze coloniali nel convertire gli infedeli, ottenendo così protezione, sostegno economico e ulteriori privilegi dalle corone e dalla Santa Sede.