Ricchezza e povertà del diritto
Giuseppe Dossetti, Le associazioni di laici consacrati a Dio nel mondo. Memoria storica e giuridico-canonica, in A. Gemelli, G. Lazzati et altri (a cura di), Secolarità e vita consacrata, Milano: Editrice Ancora, 1939, pp. 365-441.
Il diritto costituisce uno degli assi della biografia di Giuseppe Dossetti. Negli anni di frequenza dell’Università a Bologna, gli stessi in cui la sua personale consacrazione religiosa era diventata sempre più stabile, Dossetti si era appassionato allo studio del diritto canonico. La successiva scelta del perfezionamento all’Università Cattolica di Milano era stata determinata dalla volontà di fare dello studio del diritto canonico il suo mestiere: e così in effetti sarà, fino a quando nel 1957 rassegnerà le sue dimissioni da professore universitario dell’Università di Modena.
Per Dossetti la conoscenza dei fondamenti della struttura giuridica della Chiesa restava fondamentale per comprendere il suo ruolo nella storia e nel presente: l’idea del diritto come grammatica della storia permea tutto il suo lungo percorso biografico e contribuisce anche a spiegare l’efficacia dei suoi interventi giuridici più tardi, nell’ambito dell’impegno politico.
C’è una costante nel metodo di studio del diritto da parte di Dossetti: il non accontentarsi mai di una ripetizione passiva e stereotipata del pensiero dei maestri e delle scuole, ma manifesta la determinazione ad approfondire le svolte che avevano condotto ad un orientamento dottrinale in luogo di un altro. Questo particolare approccio di studio lo aveva spinto ad andare sempre all’essenza dei nodi giuridici: fu esemplare in questo senso lo studio che, ancora giovanissimo, gli fu commissionato da padre Agostino Gemelli per favore il riconoscimento dei sodalizi di consacrati (i futuri istituti secolari) e nel quale mise a fuoco ciò che costituiva l’essenza della condizione di consacrazione, separandolo dagli aspetti più superficiali e contingenti, che pure per molti erano invece fondamentali.
Questo tipo di approccio lo aveva condotto molto presto a relativizzare anche l’importanza del diritto canonico, pure tanto amato, al punto di parlare, in una prolusione tenuta all’Università di Modena nel 1951, della «ricchezza e povertà» della canonistica. Nel 1986 dirà a questo riguardo:
«La grandezza del diritto canonico può stare solo in questo: che riconosca i suoi limiti, rinunzi ad ogni pretesa ultra vires, allo stesso uso avanzato e improprio, come otto secoli fa delle categorie romanistiche, così oggi della dogmatica giuridica contemporanea o delle categorie sociologiche più correnti; cioè occorre, mi pare, che il diritto della Chiesa si confessi, ancor più di ogni altro diritto, sproporzionato al suo oggetto, incapace sempre di adeguarsi, quanto più la realtà che vuole disciplinare si affina e – in una società pluralistica e complessa – si fa e si deve fare sempre più viva e più propriamente spirituale, tutt’altra cosa dalla così detta societas perfecta (almeno in una certa accezione di un passato anche recente) e perciò veramente irriducibile ad ogni altra» (G. Dossetti, Discorso dell’Archiginnasio, 22 febbraio 1986).
Per un apprezzamento del metodo di lavoro di Dossetti si veda Le associazioni di laici consacrati a Dio nel mondo. Memoria storica e giuridico-canonica, da lui interamente redatto nel 1939 ma uscito a firma di p. Agostino Gemelli; alcune parti di questo testo saranno riprese alla lettera da Pio XII nella costituzione apostolica Provida Mater (1947) e nel motu proprio Primo feliciter (1948).
Anno Pubblicazione:
1939
Numero di pagine:
80
Autore:
Giuseppe Dossetti
Data Creazione:
Lun, 30/06/2025 - 11:53