Secondo le fonti il Buddha, in punto di morte, dà istruzioni su come cremare il proprio corpo e deporne i resti in un tumulo, seguendo l’usanza riservata agli eroi e ai personaggi importanti. Quando muore, ovvero entra nel parinirvana, gli otto re delle regioni circostanti si disputano il possesso delle sue ceneri, e infine se le spartiscono: un modo per ribadire, fra l’altro, la sovranità spirituale del Buddha sul mondo intero, simboleggiato appunto dagli otto punti cardinali – i quattro principali e gli intermedi. Ciascuno di questi otto re fa erigere sulla propria parte di reliquie uno di questi tumuli; uno viene innalzato anche per custodirvi il recipiente che aveva ospitato le sacre ceneri, e un altro, sul luogo della cremazione, per deporvi i tizzoni del rogo funebre. In seguito, le reliquie subiscono alcune traversie; finché, narra l’agiografia buddhista, l’imperatore Ashoka (r. 269-232 a.e.e. circa), per glorificare il Buddha, le recupera e le distribuisce addirittura in ottantaquattromila nuovi monumenti commemorativi, sparsi per l’immenso territorio del suo dominio, e alla cui costruzione collaborano anche esseri celesti.