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Il patriarca Bartolomeo decide per l’autocefalia di Kiev

La crisi di Maidan, la morte di Vladimir Sabodan (primate della Chiesa ortodossa Ucraina – Patriarcato di Mosca) e l’accelerazione data al processo di unificazione da parte di Filarete (Denisenko) (primate della Chiesa Ortodossa Ucraina – Patriarcato di Kiev) hanno contribuito a scuotere ulteriormente lo scenario religioso ucraino e hanno rafforzato il coinvolgimento del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli nel processo per il riconoscimento dell’autocefalia della Chiesa ucraina. Ne scrive Nikos Tzoitis, nell'articolo pubblicato su La Stampa il 12 ottobre 2018 “Si procede per l’autonomia alla Chiesa ortodossa ucraina da Mosca”.

 

Un processo che continua, accompagnato dall’appello ad evitare divisioni e reazioni violente. Si sono conclusi ieri nella sede del patriarcato di Costantinopoli i lavori del sinodo, presieduto dal patriarca ecumenico Bartolomeo per esaminare la questione della concessione dell’autocefalia alla Chiesa ucraina, richiesta pervenuta aprile scorso dalle autorità di quel Paese. Al termine della riunione è stato diffuso un comunicato.
Il sinodo ha esaminato la relazioni dei due esarchi inviati da Bartolomeo - vescovi di Pamfili, Daniele, e quello di Edmont, Ilarion e ha quindi preso alcune decisioni. Innanzitutto, la conferma di voler procedere con la concessione dell’autocefalia alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina, oggi dipendente dal patriarcato di Mosca.

 

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