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Stato e Chiesa nella tradizione ortodossa russa

Dal punto di vista del Patriarcato di Mosca, i politici ucraini e il mondo occidentale hanno usato la questione dell’autocefalia della chiesa ucraina come uno strumento per sabotare il progetto del “Mondo Russo” (Russkij Mir), attraverso il quale dopo l’indipendenza del 1991, la Chiesa Ortodossa Russa e lo Stato hanno provato a ripristinare l’unità dei popoli della Santa Rus’.
Per un’analisi delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa nella tradizione ortodossa e nella Russia post-sovietica, in particolare nell’ideologia propugnata dai neocon dell’èra Putin, si rimanda al contributo di Giovanni Codevilla Stato e Chiesa nella tradizione ortodossa russa, pubblicato su Diritto @ Storia, Rivista Internazionale di Scienze Giuridiche e Tradizione Romana.

 

Nella tradizione russa, erede di quella bizantina, i rapporti tra il potere spirituale e temporale si ispirano al principio sinfonico. La sinfonia dei poteri (simfonija vlastej) o consonantia, o relazione armonica tra Sacerdotium e Imperium trova la sua formulazione nella Praefatio della Sesta Novella di Giustiniano, indirizzata a Epifanio, santissimo Arcivescovo della città imperiale e Patriarca Ecumenico, in cui si afferma che i doni più grandi fatti da Dio sono il sacerdozio e l’impero, il primo al servizio delle cose divine e il secondo alla guida delle cose umane. Entrambi originano da un identico e unico principio e «nulla agli imperatori potrebbe interessare quanto l’onestà dei sacerdoti, purché questi supplichino sempre Dio anche per loro. Infatti, se l’uno è in ogni suo aspetto integro e gode della fiducia di Dio e l’altro abbellisce lo Stato a lui affidato, sorgerà una sorta di buona armonia (concentus) in grado di assicurare al genere umano tutto quello che gli è utile»

 

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Per approfondire si consiglia la lettura del saggio di Adriano Roccucci La Russia Dei Nuovi Conservatori: Una Civiltà Ortodossa. Leggi il saggio su limesonline.com...