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L'Asia islamica

 
Il percorso per approfondire la storia e le attuali vicende legata alla presenza dell'Islam in Cina inizia con il testo di Maria Vittoria Fontana per Il mondo dell'Archeologia pubblicato online dall'Istituto Treccani, che fornisce un inquadramento generale sulla presenza musulmana in Asia a partire dal VII secolo.
 
Il fondatore dell'Islam, il Profeta Muhammad, proveniva dalla Penisola Arabica. I popoli vinti dai primi Arabi musulmani che mossero il loro cammino di espansione per conquistare nel nome dell'Islam sia le regioni asiatiche sia quelle mediterranee, appartenevano a varie entità politiche e religiose, tuttavia furono due i principali imperi con cui i nuovi conquistatori vennero in contatto: quello bizantino e quello sasanide.
La conquista di Damasco fu una delle più difficili (ottenuta a seguito di una violenta battaglia in riva allo Yarmuk presso il Lago di Tiberiade nel 636) ma aprì la strada alle successive vittorie e l'area siro-palestinese fu in mano musulmana già nel 640; la battaglia di Qadisiyya, nel 637, segnò la conquista della capitale persiana Ctesifonte, la successiva vittoria di Nihavand, nel 642, permise poi l'annessione dell'intero territorio iranico (l'ultimo re sasanide, Yazdaghird, fu ucciso nel 651). Mentre dalla Penisola Arabica i musulmani avevano espulso ebrei e cristiani, nei nuovi territori conquistati non fu adottato il sistema della conversione di massa: era fondamentale la resa incondizionata, a cui faceva seguito il pagamento delle tasse. Non vennero sottratti i poteri alle autorità locali, anche quelle religiose. La formazione dell'espressione artistica islamica, frutto di un lento ma costante percorso di sintesi e innovazione, ebbe luogo nei territori siro-mesopotamici. Il califfato (quello dei "califfi ben guidati", dalla morte di Muhammad nel 632 sino al 661; quello omayyade, 661-750, e poi abbaside, 750-1258) e le varie dinastie (succedutesi già nel corso del califfato abbaside ma anche in seguito) diedero vita a un'arte animata da un linguaggio nuovo ‒ espressione di una cultura unificatrice del mondo arabo, bizantino, sasanide ‒ che l'ha fornita di uno speciale carattere di unità e di unitarietà, sino a quel momento ignote, e del conseguente appellativo, religioso-culturale ma senz'altro univoco, di "arte islamica".