Introduzione al dibattito terminologico tra olocausto e shoah
Il dibattito terminologico tra i termini olocausto e shoah si può facilmente riassumere nella domanda che disgiunge i due termini e cioè: “olocausto o shoah?” Ci si può anche interrogare su quale, tra le due locuzioni, sia quella maggiormente corretta. Più difficile ne risulta però la comprensione di entrambe le espressioni. Per contenere la diatriba non solo linguistica, infatti, occorre passare per alcune tappe.
La prima richiede di estendere la linea del significato delle due voci al periodo in cui esse nascono: ovvero bisogna risalire alla loro origine. Da qui l’interrogativo necessario: quando, dove e da chi i termini in questione vengono adottati per la prima volta?
La seconda tappa invece richiede di tenere a mente il significato che, per tradizione, si è consolidato e a cui ora si rimanda.
Si rinvia dunque alla voce shoah dell’Enciclopedia Treccani Dizionario di Storia (2011):
Termine ebraico dal significato di «catastrofe» con cui si indica lo sterminio nazista degli [ebrei] durante il secondo conflitto mondiale. Fra il 1939 e il 1945 tra i cinque e i sei milioni di ebrei, due terzi ca. degli ebrei europei, furono sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich. Alla base dello sterminio vi fu un’ideologia razzista e specificamente antisemita.
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Allo stesso modo si consulti la voce olocausto del vocabolario Treccani:
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Leggendo la parte finale della voce olocausto dell’Enciclopedia Treccani ovvero:
Con il termine o. si indica la persecuzione e lo sterminio totale degli Ebrei da parte del regime nazista (➔ shoah),
si evince la distinzione non specifica tra i significati dei due significanti in questione e quindi il loro rimando reciproco.
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Approfondimenti
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