Abitare con Dio. Regole comunitarie di purità nel Pentateuco
venerdì 27 Ottobre 2023 - ore 17.30 - Fondazione Colleggio San Carlo - Centro Studi Religiosi
Giovanni Ibba - Professore di Ebraico e di Scienze Bibliche - Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, Firenze
Un elemento che probabilmente non è noto a tutti è che l’impurità nel Pentateuco è una impurità di tipo rituale, non morale.
L’impuro, in ebraico tamé, non significa peccato o chi è impuro peccatore. Si tratta di un indebolimento che non permette di accedere al sacro, al santuario e a tutto ciò che ha a che fare con la presenza concreta (kavod, «gloria») di Dio. Se leggiamo il libro dell’Esodo, si vede come Dio avvisi gli israeliti di purificarsi prima che lui scenda sul monte Sinai (19,9-15). La purificazione occorre affinché chi sarà nelle vicinanze della presenza di Dio non debba morire. Fra le altre cose che Dio comanda di non fare prima del suo arrivo è di non unirsi alle donne (19,15). Il motivo non sta nel fatto che unirsi alle donne sia un peccato, ma perché il rapporto sessuale provoca impurità, ovvero una non idoneità alla presenza del sacro. Questa non idoneità al contatto col sacro, una forza che nemmeno Dio può controllare, può uccidere un uomo.
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