Quando nel XVI secolo Bernardino de Sahagún cominciò a farsi spiegare le caratteristiche della religione indigena ebbe un’idea geniale. Di fronte a una serie di centinaia di divinità che tendevano a sovrapporsi e confondersi capì che l’unica via per venirne a capo era quella di confrontare le nuove, per lui orrende, espressioni del paganesimo azteco con quelle più note del mondo classico. Inventò così il metodo comparativo dell’etnografia moderna. Huitzilopochtli divenne un altro Ercole, Tezcatlipoca un altro Giove, e così via. Peccato, però, che quest’idea geniale e, da un punto di vista ermeneutico ed epistemologico, estremamente feconda si sia rivelata sostanzialmente sbagliata, perché la religione azteca era veramente “altra”, dato che le divinità azteche, in realtà, avevano una natura intrinsecamente diversa da quella degli dèi dell’Olimpo.