Introduzione - Codice di diritto canonico
Se per il diritto canonico e la sua struttura in epoca medievale e moderna è già stata fornita una valida ed esaustiva illustrazione (si rimanda a Diritto Canonico e Diritto Canonico II), obiettivo di questo approfondimento è analizzare come il diritto canonico sia entrato nell’epoca contemporanea in forma di codice, prendendo in esame il Codice di Diritto Canonico promulgato nel 1917 e rimasto in vigore fino alla promulgazione del nuovo Codice, nel 1983, che fu elaborato dopo il Concilio Vaticano II.
Importante è cogliere come il reale protagonista di questo processo, che di fatto veicola la lettura e la recezione del diritto canonico in questo secolo, non sia tanto il diritto canonico in sé, quanto invece l’atto stesso della codificazione, che era stata posta al centro di lunghe discussioni e dibattiti tra canonisti e giuristi già durante il Vaticano I (1870-1871), protratte anche dopo la promulgazione del Codice attualmente in vigore.
Se si tiene conto delle analisi e delle osservazioni di importanti studiosi della scienza canonistica come Giorgio Feliciani e Carlo Fantappiè, si nota che entrambi concordano nel vedere la codificazione come strumento idoneo a risolvere problemi di riassetto delle fonti e della legislazione, riscontrando come «tutt’altro che agevole» la consultazione del Corpus, a motivo della sua ampiezza e della sistematica insufficiente, fattori che rendono tale legislazione non-rispondente alle esigenze dei tempi.
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Giorgio Feliciani, Le basi del diritto canonico. Dopo il codice del 1983, p. 15. Vai alla scheda del libro...
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Carlo Fantappiè, Storia del diritto canonico e delle istituzioni della Chiesa, Bologna: Il Mulino, 2011, p. 262. Vai alla scheda del libro...
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