Il "re dei belli" (shah-e khuban) nella lirica persiana classica
Prima pagina del manoscritto del Divan di Hafez Shirazi |
All’alba, attratto da aromi di verzura io scesi un po’ nel giardino A una rosa che tutta si mostrava fissai d’un tratto il mio sguardo A tal punto pareva della sua Giovinezza e Beltà orgogliosa Il giglio la lingua al biasimo aveva già estratta qual spada Il bel narciso aveva il suo occhio a lacrime di desiderio spalancato E questo mi pareva un adoratore del vino col calice in mano Gioia, Piacere, Giovinezza al pari della rosa tu stima ricchezza (tratto da Hafez, Il libro del Coppiere, a cura di C. Saccone)
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Carlo Saccone nel suo contributo al volume Cenacoli. Circoli e gruppi letterari, artistici, spirituali, tratteggia i caratteri fondamentali della poesia persiana di ispirazione più schiettamente lirica, con una puntuale analisi e grazie a brani esemplificativi tratti dalle opere di numerosi autori vissuti tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo.
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