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Le mizwot

 

Il testo tratto dal volume Una sapienza straniera. Filosofia ed ebraismo nel medioevo di Luciana Pepi permette di comprendere meglio il significato del termine mizwot, sovente interpretato in maniera non corretta e fornisce un'ulteriore approfondimento sul tema dei testi fondanti dell'ebraismo. Una tra le mizwot di grande rilievo sarà analizzata nel prossimo passaggio del kit formativo.

 

Il termine mizwot, plurare di mizwah, può essere tradotto con precetti, comandi, ordini. Deriva, infatti, dalla radice ebraica z w h, che nella forma intensiva del verbo, la forma pi’el  ziwwah, significa comandare, ordinare. Mizwah viene spesso tradotto “comandamento”, ma tale traduzione è doppiamente ingannevole, primo perché il termine comandamento evoca “i dieci comandamenti”, e questi vengono chiamati nella Bibbia ebraica dieci devarim, i dieci detti o parole, non le dieci mizwot. È ingannevole, in secondo luogo, perché quantunque ogni religione abbia “comandamenti”, non ogni religione ha mizwot: quel che è caratteristico delle mizwot è che formano un sistema, la cui funzione è di consacrare ogni parte della vita, incluse quelle considerate “profane”. Osservare le mizwot costituisce un’intera modalità di vita, che dovrebbe glorificare Dio ed esemplificare la giustizia. Esse riguardano, infatti, tutti gli ambiti dell’esistenza e non comprendono solo azioni pratiche ma anche teoretiche. È interessante ricordare che tra esse è compreso anche lo studio della Torah (in ebraico Talmud Torah), che viene considerato come “equivalente a tutte” le mizwot e le buone azioni messe insieme, perché è a loro che conduce.1 Tale studio costituisce l'essenza della vita dell'ebreo che intende praticare il culto di Dio e non è considerato un mezzo per l'acquisizione di nozioni, ma costituisce esso stesso il contenuto della vita spirituale dell'uomo. Scrive Yehoshua Leibowitz: «Per studiare la Torah non si intende solo apprendere quanto è scritto nella Torah, ma pensare ad essa, riflettere su di essa, interpretarla e trarne delle conclusioni».2

 

Note

1 Tb Kiddushin 40 b. H. Putnam, Filosofia ebraica, una guida di vita, Carocci editore, Roma 2011, p. 97.

2 Y. Leibowitz, Lezioni sulle " Massime dei padri" e su Maimonide, Giuntina, Firenze 1999, p. 43.

 


Approfondimenti

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