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La Mishnah

 

Per proseguire l'approfondimento si invita a leggere un brano tratto da Una sapienza straniera. Filosofia ed ebraismo nel medioevo, di Luciana Pepi, nel quale si sintetizza ciò che si intende per mishna in ambito ebraico.

 

Il termine mishnah (dalla radice s n h ripetere, reiterare) letteralmente significa ripetizione. Essa è, infatti, “ripetizione” approfondita ed ampliata di quanto già contenuto nella Torah. Indica la raccolta normativa, frutto della tradizione giudaica postbiblica, tramandata dapprima oralmente, poi messa per iscritto tra il I e il III sec. e.v. È codificazione di leggi e tradizioni, esegesi del testo biblico. Si occupa di argomenti diversi, che spaziano dall’esegesi biblica alla sapienza popolare, dall’etica alle norme giuridiche; è redatta in un particolare ebraico che viene definito “mishnico”. Per mettere in luce la diversità ed ampiezza dei temi trattati è utile ricordare che la Mishnah è divisa in sei "ordini" (sĕdārīm, sing. sēder): il primo, Zĕrā‛īm (Delle sementi), contiene le leggi relative all'agricoltura e all'uso dei prodotti del suolo; il secondo, Mō‛ēd (Delle ricorrenze), quelle relative al sabato e alle feste annuali; il terzo, Nāshīm (Delle donne), le norme del diritto matrimoniale; il quarto, Nĕzīqīn (Dei danni), le altre norme del diritto civile e quelle del diritto penale; il quinto, Qŏdāshīm (Delle cose sacre), tratta dei sacrifici e degli argomenti a essi collegati; il sesto, Ṭĕharōt (Delle purificazioni), tratta delle leggi di purità e d'impurità. Ogni ordine contiene diversi "trattati" (massaktōt, sing. masseket), ognuno dei quali comprende le norme relative a un determinato argomento da cui prende il nome: ad esempio, fanno parte dell'ordine Mō‛ēd, con altri, i trattati: Shabbāt (Del sabato), Yōmā (Del "gran giorno", ossia del digiuno d'espiazione), Rōsh ha-Shānāh (Del capo d'anno), Ta‛ănīt (Del digiuno). Ogni trattato è diviso in capitoli (pĕrāqīm, sing. pereq), ciascuno dei quali suole designarsi con le parole con cui s'inizia. Molto importante, anche per l’influenza su molti filosofi ebrei, uno dei suoi trattati, Abot (lett. Padri), che a differenza di tutti gli altri ha contenuto non giuridico, ma sapienziale, etico, contiene, infatti molte ed importanti riflessioni etiche.
La Mishnah fu oggetto di ulteriore studio e commento, e il risultato di tali studi fu un altro testo: la Ghemarà, che letteralmente significa completamento, conclusione, dalla radice ebraica g m r: finire, completare, concludere. Anche questo testo esprime lo spirito di studio e ricerca proprio dei Maestri che continuano incessantemente ad approfondire e affinare le loro indagini. I maestri decisero poi di unire la Mishnah e il suo “completamento”, la Ghemarà, che insieme diedero vita al Talmud, redatto in lingua ebraica ed aramaica.
Mishnah + Ghemarà → Talmud

 


Approfondimenti

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