Donne

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Conferenza delle chiese di tutta l'Africa

La pastora Lydia Chituku-Neshangwe prima donna alla guida della Conferenza delle chiese di tutta l'Africa

 

La pastora Lydia Chituku-Neshangwe è stata nominata nuova presidente della Conferenza delle chiese di tutta l'Africa (AACC), prima donna a ricoprire questo importante incarico.
Chituku-Neshangwe è membro della Chiesa presbiteriana unita in Sud Africa ed opera in questi anni in Zimbabwe dove esercita il suo ministero in una congregazione diversificata presso la chiesa presbiteriana di St. Columbas nella città montuosa di Mutare.

 

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Data: 29 Novembre 2023

Il Nobel per la Pace

Il Nobel per la Pace alla donna che resiste al regime iraniano

 

L’iraniana Narges Mohammadi ha vinto il premio Nobel per la pace 2023. "Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il Premio Nobel per la pace 2023 a Narges Mohammadi per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti", questa la motivazione ufficiale. Narges Mohammadi, 51 anni, è una delle più note attiviste iraniane. Si è battuta per i diritti delle donne e l'abolizione della pena di morte.

 

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Data: 11 Ottobre 2023

Il complicato rimpatrio delle muhajirat francesi

Il diritto alla prova del radicalismo: il complicato rimpatrio delle muhajirat francesi

 

Nei giorni scorsi Parigi ha rimpatriato un nuovo gruppo di donne francesi con figli che si erano unite all’Isis in Siria e Iraq ed erano detenute, da anni, in campi come al-Hol e Roj. Realtà, quella dei campi affidati ai Curdi dall’alleanza che ha sconfitto l’Isis, che secondo l’ONU e le organizzazioni umanitarie ha le sembianze di un girone infernale a cielo aperto. Come già per i loro “confratelli” maschi, le francesi costituivano il gruppo più numeroso tra le molte muhajirat (nel linguaggio dell’islam delle origini, rivisitato attivisticamente dal radicalismo di matrice islamista, “coloro che emigrano per fede”) occidentali. Almeno centoquaranta giovani donne hanno compiuto, a partire dal 2011, quella scelta: per condivisione ideologica, idealismo religioso, necessità di seguire la famiglia, spirito d’avventura, desiderio di sposare un combattente per la causa, avversità alla laicità francese che le costringeva allo svelamento nella sfera pubblica, in particolare a scuola, e alla politica estera di Parigi, ritenuta “antislamica”. Alcune sono partite con marito e figli; altre si sono unite in matrimonio con gli “sposi del jihad” assegnati loro al momento dell’ingresso nel territorio controllato dallo Stato islamico o conosciuti via web. Come prassi nell’Isis, che aveva una precisa politica familiare mirata all’allargamento della sua base di sostegno, quasi tutte hanno fatto figli o adottato quelli dei “combattenti” morti nel jihad.

 

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Data: 19 Luglio 2023

Tanzania, cristiani e musulmani insieme

Tanzania, cristiani e musulmani insieme per i diritti di donne e bambini

 

Nel Paese dell’Africa orientale migliaia di giovani vengono impiegate come domestiche in condizioni di schiavitù, in patria o nel Golfo, e sono numerosi i minori, soprattutto maschi, vittime di violenza. Per il loro riscatto operano associazioni e guide spirituali locali, sia cristiane che musulmane

 

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Data: 05 Luglio 2023

Donne e jihad

Donne e jihad: reclutamento e radicalizzazione

 

I giudici milanesi della Corte d’assise d’appello hanno recentemente condannato Bleona Tafallari, arrestata a Milano a novembre 2021, a quattro anni di reclusione, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La cosiddetta Leonessa dei Balcani era, secondo i giudici, inserita in un contesto «di allarmante gravità», col marito miliziano dell’Isis, parente dell’attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, che nel 2020 scosse la capitale austriaca. In base a quanto emerso dalle indagini della Digos, la ragazza avrebbe sposato il radicalismo jihadista e svolto attività di arruolamento e proselitismo, anche tra minorenni.
La vicenda di Bleona Tafallari induce ad una riflessione più approfondita sul rapporto tra donne e jihad. In primo luogo, occorre rilevare che i luoghi privilegiati della radicalizzazione delle donne attive nel jihad di cui si ha notizia, fuggite, arrestate o espulse, sono in prevalenza le reti familiari, le mura domestiche e le reti amicali dei social network.

 

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Data: 07 Giugno 2023

Le parole delle Donne evangeliche in Congresso

Libertà, speranza, mistica, resistenza. Le parole delle Donne evangeliche in Congresso

 

Le donne valdesi e metodiste (che voteranno anche il nuovo Consiglio) si incontreranno a partire da giovedì 23 marzo, mentre il congresso FDEI si aprirà con un evento pubblico, venerdì 24 marzo alle 17 presso la chiesa valdese di v. Micheli 26: una tavola rotonda dal titolo “Io vittima di femminicidio: quando il silenzio è complice del crimine”. Moderata da Claudio Coppini di Radio RVS, vedrà la partecipazione di Paola Alberti, Benedetta Albanese, Elena Bargagli, Deborah Giombarresi, Annalisa Gordigliani. I lavori veri e propri del congresso FDEI inizieranno sabato 25 marzo alle 8,30 con il culto.

 

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Data: 15 Marzo 2023

Storie al femminile

Storie al femminile

 

Si intitola “Storie al femminile” il ciclo di quattro incontri promossi dal Centro culturale valdese.
Gli appuntamenti si svolgeranno dall’8 al 29 marzo alle ore 17.30 per celebrare la “Giornata Internazionale delle Donne” e saranno occasione di “riflessione sul ruolo delle donne nel passato , ma anche nel nostro presente”, come spiegano i promotori. Gli incontri si potranno seguire sulla pagina fb e sul canale youtube della Fondazione Centro culturale valdese.

 

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Data: 08 Marzo 2023

Il regime iraniano tra repressione e inclusione

Il regime iraniano tra repressione e inclusione controllata

 

Dopo mesi di scontri, il regime iraniano cerca di arginare il dissenso esploso con la “crisi del velo”  marciando sul doppio binario repressione-(relativa) apertura. In occasione del 44° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica, Ali Khamenei annuncia un provvedimento di grazia che riguarda anche parte dei ventimila arrestati durante le manifestazioni di protesta che hanno scosso il Paese: almeno quelli non accusati di aver commesso reati come spionaggio a favore di  potenze straniere, omicidi volontari, distruzione di proprietà dello Stato. Della grazia dovrebbero beneficiare le numerose arrestate per non aver indossato il velo o perché “mal velate”. Non prima, comunque, che tutti gli interessati abbiano sottoscritto una dichiarazione di “pentimento” , dunque di ammissione,  per aver violato la legge e il relativo impegno a non ripetere più il reato del quale sono incolpati: in caso di recidiva, la pena sarebbe esiziale. Resta da capire quale sarà la sorte degli accusati di fattispecie, interpretate assai estensivamente dalla magistratura, come “corruzione sulla terra” e “inimicizia contro Dio”, che comportano la pena di morte.  

 

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Data: 15 Febbraio 2023

Lolita e le altre

Lolita e le altre
Desiderio e censura nella narrativa delle autrici iraniane.

 

Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal suo ultimo incarico accademico, Azar Nafisi decide di invitare alcune sue studentesse a casa per parlare di letteratura. Siamo in Iran, sotto la Repubblica Islamica: le università, nel mirino degli integralisti, impongono, oltre alle rigide norme di abbigliamento e all’uso del velo, la divisione dei sessi in aule diverse e punizioni ai professori disobbedienti. Intanto la censura aveva fatto sparire dagli scaffali delle librerie e dai programmi scolastici le opere di autori e autrici, sia persiani che occidentali, che non fossero a sostegno dell’ideologia o che semplicemente contenessero parole come “vino” o “bacio”. Per due anni, ogni giovedì mattina, racconta in Leggere Lolita a Teheran, Azar e le sue studentesse si incontrano nel suo salotto di casa per una sorta di seminario clandestino che ha per tema il rapporto tra realtà e finzione letteraria, attraverso i classici della letteratura persiana e di quella occidentale; tra questi, appunto, Lolita di Vladimir Nabokov.
Nafisi mette insieme i ricordi quando è ormai lontana dall’Iran, “in un’altra stanza, in un altro paese”, il libro esce infatti nel 2003, imponendosi da subito come bestseller.

 

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Guarda anche Grammy, vince l'inno delle proteste iraniane: il cantautore Shervin Hajipou lo scopre in diretta su lastampa.it...
 

 

Data: 08 Febbraio 2023