Donne e jihad

Donne e jihad: reclutamento e radicalizzazione

 

I giudici milanesi della Corte d’assise d’appello hanno recentemente condannato Bleona Tafallari, arrestata a Milano a novembre 2021, a quattro anni di reclusione, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La cosiddetta Leonessa dei Balcani era, secondo i giudici, inserita in un contesto «di allarmante gravità», col marito miliziano dell’Isis, parente dell’attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, che nel 2020 scosse la capitale austriaca. In base a quanto emerso dalle indagini della Digos, la ragazza avrebbe sposato il radicalismo jihadista e svolto attività di arruolamento e proselitismo, anche tra minorenni.
La vicenda di Bleona Tafallari induce ad una riflessione più approfondita sul rapporto tra donne e jihad. In primo luogo, occorre rilevare che i luoghi privilegiati della radicalizzazione delle donne attive nel jihad di cui si ha notizia, fuggite, arrestate o espulse, sono in prevalenza le reti familiari, le mura domestiche e le reti amicali dei social network.

 

Continua a leggere su Atlante, il magazine di treccani.it...

 

Per approfondire segui il kit L'Islam, le donne e questioni di genere di Margherita Picchi. Vai al kit...
 

Data Creazione:
Mer, 07/06/2023 - 07:19