Il regime iraniano tra repressione e inclusione

Il regime iraniano tra repressione e inclusione controllata

 

Dopo mesi di scontri, il regime iraniano cerca di arginare il dissenso esploso con la “crisi del velo”  marciando sul doppio binario repressione-(relativa) apertura. In occasione del 44° anniversario della vittoria della rivoluzione islamica, Ali Khamenei annuncia un provvedimento di grazia che riguarda anche parte dei ventimila arrestati durante le manifestazioni di protesta che hanno scosso il Paese: almeno quelli non accusati di aver commesso reati come spionaggio a favore di  potenze straniere, omicidi volontari, distruzione di proprietà dello Stato. Della grazia dovrebbero beneficiare le numerose arrestate per non aver indossato il velo o perché “mal velate”. Non prima, comunque, che tutti gli interessati abbiano sottoscritto una dichiarazione di “pentimento” , dunque di ammissione,  per aver violato la legge e il relativo impegno a non ripetere più il reato del quale sono incolpati: in caso di recidiva, la pena sarebbe esiziale. Resta da capire quale sarà la sorte degli accusati di fattispecie, interpretate assai estensivamente dalla magistratura, come “corruzione sulla terra” e “inimicizia contro Dio”, che comportano la pena di morte.  

 

Continua a leggere su atlante, magazine di treccani.it...
 

Per approfondire segui il kit di Pars Islam sciita, a cura di Alessandro Cancian. Vai al kit...
 

Data Creazione:
Mer, 15/02/2023 - 07:49