Prove musicali dell’esistenza di Dio

Prove musicali dell’esistenza di Dio al tempo del tecnicismo

 

Da Johann Sebastian Bach a Jean Sibelius, la musica che diventa ricerca teologica.
Che cosa significa?” è la domanda che l’umanità si pone di fronte a qualunque opera d’arte. Nemmeno una pittura rupestre della grotta Chauvet rivela tutto di sé, anzi, sembra accennare appena a ciò che veramente è: nella sua primitiva apparenza rinvia a un senso ultimo, alla spiegazione del perché qualcosa esista piuttosto che nulla e, risalendo la catena delle cause, a postulare un Dio. Cioran scrisse: “teologi e filosofi hanno sprecato notti e giorni a cercare prove dell’esistenza di Dio, dimenticando la sola!”, ossia la musica di Bach. Secondo Cioran (ma è un pensiero che soggiace già alle Lezioni di estetica di Hegel) l’Onnipotente è un demiurgo, un artista che, tramite alcune sue creature elette, si rivela esteticamente; non ha obblighi morali né funzionali. Dio non serve a niente, non soccorre e non salva; è semplicemente bellezza, e l’arte significa Dio.

 

Continua a leggere sul magazine online iltascabile.com...
 

Data Creazione:
Mer, 28/12/2022 - 14:24