Pastorato donne
“L’intuizione di Lutero che dà luogo a una svolta epocale, quale la Riforma protestante, consiste nel fatto, per usare un linguaggio semplice e efficace, che siamo “salvati per grazia”. Sebbene tale intuizione sia stata declinata in tanti modi dal Cinquecento in avanti, essenzialmente essa significa che la disposizione misericordiosa e amorevole di Dio verso l’umanità è puro dono. Che l’accoglienza di Dio nei nostri confronti (accoglienza che diciamo in mille modi: perdono, liberazione, salvezza, riconciliazione, persino giustificazione) è puro dono preclude la possibilità che esso sia dovuto a ciò che siamo o facciamo. Di conseguenza, non si può attribuire nessun “plusvalore” né a ciò che facciamo (le “buone opere” per esempio), né a ciò che siamo: liberi e non schiavi, giudei di nascita e non pagani, per usare due esempi cari all’apostolo Paolo. Nemmeno l’essere uomo e non donna costituisce un vantaggio né comporta nessun privilegio nelle comunità cristiane. In Gal 3, 28 Paolo stesso tira le somme della sua intuizione di fondo: “Non c’è qui né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”. I riformatori immersi nella cultura patriarcale della loro epoca ovviamente non vedevano le cose in questo modo. Ma nella teologia protestante c’è ancora un altro elemento che prepara la strada al pastorato femminile: il sacerdozio di ogni credente. Poiché – sempre nel linguaggio biblico – Cristo aveva offerto “una volta e per sempre” il sacrificio che permetteva alla misericordia divina di (per così dire) raggiungerci, non ci sono più sacrifici da offrire. E se non ci sono più sacrifici da offrire diventa del tutto superflua una casta sacerdotale fatta di uomini. La Riforma protestante, infatti, abolisce la distinzione tra sacerdoti e laici; mentre la chiesa smette di essere un ordine sacro (gerarchia) e si laicizza: la vita di tutti, uomini e donne, si sacralizza diventando la sfera in cui ognuno e ognuna risponde alla propria vocazione. Uomini e donne tutti sono chiamati a consacrare la propria vita al servizio di Dio sia nella chiesa sia nella società”.
Dall’introduzione de Il Seminatore a cura della pastora Elizabeth Green
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Bibliografia minima
Elizabeth Green, Dal silenzio alla parola. Storie di donne nella Bibbia, Claudiana, Torino 2000
Id. Il vangelo secondo Paolo, spunti per una lettura femminile ( e non solo), Claudiana, Torino 2009
Letizia Tomassone, a cura di, Donne di Parola. Pastore, diacone, predicatrici nel protestantesimo italiano, Nerbini, Firenze 2020