La spiritualità anabattista

 

La Riforma protestante si è configurata in modo plurale: oltre al movimento innescato da Lutero e a quello che fa riferimento a Calvino – la cosiddetta Riforma “magisteriale”, con esplicito riferimento al modo in cui i riformatori luterani e calvinisti si relazionavano con le autorità secolari, ossia, appunto, la magistratura – vi è la Riforma “radicale”, espressione di un insieme di movimenti che ritenevano in qualche modo incompiuto il rinnovamento messo in atto dalla Riforma magisteriale. Si tratta della storia piuttosto tragica e minoritaria dell’ “Anabattismo”. Va precisato che “il termine “anabattisti non è un’autodefinizione, ma un’attribuzione polemica imposta da fuori che significa “ri-battezzatori”, denunciando il battesimo degli adulti come messa in dubbio della valenza salvifica del battesimo ottenuto da bambini. Dal punto di vista degli stessi aderenti a questo movimento, però, un atto di lavacro senza precedente confessione personale di fede non costituisce un battesimo nel senso del Nuovo Testamento” (L. Vogel). Sorto in Svizzera intorno al 1525 e arrivato presto poi in Germania e anche in altri paesi europei, in particolare nei Paesi Bassi, l’anabattismo si sviluppò con accenti marcatamente popolari e non formava delle comunità eterogenee. Gli anabattisti ritenevano fondamentale un totale rinnovamento ecclesiastico, richiamandosi fortemente al cristianesimo delle origini. Gli elementi della loro vita di fede erano, appunto, il battesimo dei credenti adulti, la comunione dei beni, il rifiuto dell’impegno civile e politico, una certa sfiducia verso le autorità politiche e civili, il rifiuto della violenza e l’uso delle armi. Ma, benché figli e figlie della Riforma, erano mal visti anche da Lutero e Zwingli e vennero duramente perseguitati per le loro tendenze considerate troppo egalitaristiche e antigerarchiche. Il punto di non ritorno per i seguaci di questo credo fu la “rivolta di Münster” e il suo fallimento nel giugno 1535. Gli anabattisti delle origini puntavano a una nuova società, più che a una nuova chiesa, una società che fosse il Regno di Dio in Terra. L’ex prete cattolico Menno Simons fu uno dei protagonisti che resero più moderato e pacifista, nonché più conosciuto, un movimento che all’inizio tendeva a essere piuttosto aggressivo e millenarista, tanto che al suo nome fa riferimento quello che a buon grado può essere definito il principale movimento anabattista (i Mennoniti).

 

Per approfondire il tema si invita a visitare il sito della mostra Il retaggio della Riforma radicale organizzata da UCEBI in occasione del quinto centenario della Riforma (1517-2017). Vai alla mostra online...

 

Il video fa parte del kit Chiesa Battista realizzato da Cristina Arcidiacono assieme al comitato del Dipartimento di Teologia dell’Ucebi. Vai al kit...