Fondamentalismo

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Il complicato rimpatrio delle muhajirat francesi

Il diritto alla prova del radicalismo: il complicato rimpatrio delle muhajirat francesi

 

Nei giorni scorsi Parigi ha rimpatriato un nuovo gruppo di donne francesi con figli che si erano unite all’Isis in Siria e Iraq ed erano detenute, da anni, in campi come al-Hol e Roj. Realtà, quella dei campi affidati ai Curdi dall’alleanza che ha sconfitto l’Isis, che secondo l’ONU e le organizzazioni umanitarie ha le sembianze di un girone infernale a cielo aperto. Come già per i loro “confratelli” maschi, le francesi costituivano il gruppo più numeroso tra le molte muhajirat (nel linguaggio dell’islam delle origini, rivisitato attivisticamente dal radicalismo di matrice islamista, “coloro che emigrano per fede”) occidentali. Almeno centoquaranta giovani donne hanno compiuto, a partire dal 2011, quella scelta: per condivisione ideologica, idealismo religioso, necessità di seguire la famiglia, spirito d’avventura, desiderio di sposare un combattente per la causa, avversità alla laicità francese che le costringeva allo svelamento nella sfera pubblica, in particolare a scuola, e alla politica estera di Parigi, ritenuta “antislamica”. Alcune sono partite con marito e figli; altre si sono unite in matrimonio con gli “sposi del jihad” assegnati loro al momento dell’ingresso nel territorio controllato dallo Stato islamico o conosciuti via web. Come prassi nell’Isis, che aveva una precisa politica familiare mirata all’allargamento della sua base di sostegno, quasi tutte hanno fatto figli o adottato quelli dei “combattenti” morti nel jihad.

 

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Data: 19 Luglio 2023

Donne e jihad

Donne e jihad: reclutamento e radicalizzazione

 

I giudici milanesi della Corte d’assise d’appello hanno recentemente condannato Bleona Tafallari, arrestata a Milano a novembre 2021, a quattro anni di reclusione, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La cosiddetta Leonessa dei Balcani era, secondo i giudici, inserita in un contesto «di allarmante gravità», col marito miliziano dell’Isis, parente dell’attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, che nel 2020 scosse la capitale austriaca. In base a quanto emerso dalle indagini della Digos, la ragazza avrebbe sposato il radicalismo jihadista e svolto attività di arruolamento e proselitismo, anche tra minorenni.
La vicenda di Bleona Tafallari induce ad una riflessione più approfondita sul rapporto tra donne e jihad. In primo luogo, occorre rilevare che i luoghi privilegiati della radicalizzazione delle donne attive nel jihad di cui si ha notizia, fuggite, arrestate o espulse, sono in prevalenza le reti familiari, le mura domestiche e le reti amicali dei social network.

 

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Data: 07 Giugno 2023

La “stagione dei diritti civili”

La fiducia in una “stagione dei diritti civili”. Intervista a Fausto Tortora

 

Lo “Speciale libertà religiosa” dell’Agenzia NEV continua con la voce di Fausto Maria Tortora, vice presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso, che ha promosso il convegno “Pluralismo religioso, integralismi, democrazie”. Fra i partner dell’iniziativa, anche la Rivista e Centro Studi Confronti, la Biblioteca Centrale Giuridica, la rivista Questione Giustizia e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

 

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Data: 22 Marzo 2023

Pluralismo religioso, integralismi, democrazie

Pluralismo religioso, integralismi, democrazie

 

Si terrà venerdì 17 febbraio dalle 9.30 alle 16.30 presso la Sala della Chiesa Valdese in via Marianna Dionigi, 59 a Roma e sabato 18 febbraio dalle 9.30 alle 12.30 presso la Biblioteca Centrale Giuridica del Palazzo di Giustizia (entrata da Piazza Cavour) a Roma il convegno Pluralismo religioso, integralismi, democrazie, promosso dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso, dalla Rivista e Centro Studi Confronti, dalla Biblioteca Centrale Giuridica, dalla rivista Questione Giustizia e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Attenzione, è obbligatorio accreditarsi per l’accesso al Palazzo di giustizia

 

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Data: 08 Febbraio 2023

Al-Azhar ai Talebani

Al-Azhar ai Talebani: i vostri provvedimenti sulle studentesse sono contrari all’Islam

 

Il Grande Imam della moschea-università del Cairo ha dichiarato che la decisione dell’emirato afghano di impedire l’istruzione universitaria alle ragazze non ha un fondamento islamico

 

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Data: 03 Gennaio 2023

Filippine, la scomparsa di Abu Sayyaf?

Filippine, la scomparsa di Abu Sayyaf?

 

Il mito del Brando di Dio, che da 30 anni alimentava le suggestioni della guerriglia di matrice ideologica islamista, sembra crollare. Il gruppo Abu Sayyaf, “Spada dell’Altissimo” appunto, fin dagli inizi degli anni Novanta ha tenuto sotto scacco l’esercito delle Filippine, soprattutto con rapimenti a scopo di riscatto, attentati dinamitardi, omicidi ed estorsioni. Attivo principalmente nelle province di Basilan, Sulu e Tawi-Tawi, nel Sud dell’arcipelago, Abu Sayyaf, staccatosi all’inizio degli anni Novanta dallo storico Fronte di liberazione nazionale Moro, si è caratterizzato come il più violento dei gruppi separatisti, rivendicando uno Stato islamico indipendente sulla vasta isola di Mindanao e nelle Sulu, laddove vive una consistente minoranza di popolazione islamica, 6 milioni di anime concentrate quasi del tutto nella Regione autonoma di Mindanao musulmana.

 

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Data: 07 Dicembre 2022

La spirale di violenza di al-Shabaab

La spirale di violenza di al-Shabaab

 

Al-Shabaab come gruppo autonomo nasce nel 2006, inizialmente come braccio militante della Islamic Courts Union (ICU), per poi puntare a rovesciare da solo il Parlamento federale, compiendo violenti attacchi suicidi e altri atti di brutalità contro i nemici dell’Islam, cristiani ma anche sufi. Affiliato ad al-Qaida, al-Shabaab si è contraddistinto anche di recente per un gravissimo attentato a Mogadiscio, il peggiore dall’elezione del nuovo presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud, che ha causato la morte di 100 persone e il ferimento di numerose altre. Eppure oggi in Somalia, l’ex colonia italiana ormai soggetta a balcanizzazione, le milizie di al-Shabaab sono state quasi del tutto estromesse, perdendo il controllo di Mogadiscio, ma anche quello della città portuale di Kismayo fondamentale per il commercio del carbone, e causandone un ridimensionamento dal punto di vista delle finanze.

 

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Data: 16 Novembre 2022

Il ritiro dalla politica di Muqtada al-Sadr

Iraq: Muqtada al-Sadr annuncia il ritiro dalla politica

 

La decisione del leader sciita, vincitore delle elezioni di ottobre 2021, è conseguenza dell’impasse post elettorale e della crisi tra le istituzioni, sotto l’influenza delle varie potenze internazionali.
L’Iraq sprofonda in una crisi politica e sociale di difficile soluzione all’indomani della decisione del leader sciita Muqtada al-Sadr, che ha annunciato il ritiro dalla vita politica e la chiusura degli uffici della sua organizzazione
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Data: 07 Settembre 2022