I musulmani e il Concilio di Nicea

I musulmani e il Concilio di Nicea
Ci sono anniversari che passano inosservati e altri invece che finiscono sotto i riflettori. Ai 1700 anni del Concilio di Nicea Papa Leone ha inteso dare il massimo risalto possibile, scegliendo la Turchia, insieme al Libano, come meta del suo primo viaggio apostolico. E se per il Paese dei Cedri l’accento è stato messo sulla costruzione della pace, la tappa turca è stata fortemente connotata in senso ecumenico, proprio a partire dal Concilio tenutosi 1700 anni or sono nell’attuale Iznik. In effetti, come ha ricordato il Papa nella sua lettera In unitate fidei, che fornisce la chiave di lettura dell’intera visita, «il Concilio di Nicea è attuale [anche] per il suo altissimo valore ecumenico» (n. 12).
Ma mentre Nicea rappresenta un fondamentale punto di unità tra le confessioni cristiane – cattolici, ortodossi e protestanti si riconoscono tutti nel Credo – il primo concilio ecumenico della storia è invece un avvenimento estremamente problematico dal punto di vista musulmano. In effetti, per la maggioranza dei pensatori islamici sarebbe proprio a Nicea che si sarebbe prodotto il grande tradimento del Cristianesimo primitivo. Sotto la pressione dell’imperatore Costantino, i Padri conciliari avrebbero infatti divinizzato la figura di Gesù, alterando radicalmente il messaggio originale del Vangelo. La vicenda prevede varianti più o meno complottistiche – in questi giorni in Turchia diversi media ne presentano una versione alla Dan Brown – ma, anche sfrondata dei suoi aspetti più romanzeschi, la controversia è reale.
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