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Massime dei padri

 

L’evoluzione del cristianesimo ha fatto sì che venisse presentato come una religione diversa, completamente innovativa rispetto all’ebraismo, e così a sottovalutare e quasi nascondere i forti elementi di continuità, come è stato chiarito nei precedenti punti del kit. A questa tendenza, da parte ebraica, ne è corrisposta un’altra opposta: il giudaismo rabbinico si proporrà sempre più autorevolmente come l'unica forma possibile di ebraismo. I rabbini si pongono, insomma, all’ultimo anello della catena che senza soluzione di continuità porta dall’insegnamento di Mosè al loro. Tale narrazione si manifesta con estrema chiarezza nell’incipit del celebre trattato che chiude la redazione della Mishnah, Pirkei Avot (Massime dei padri). Di seguito si è scelto di citare la sezione 1.1-15 per ripercorrere la “catena di tradizione” che da Mosè porta fino a Shammai e Hillel, i rabbini pressoché coevi di Gesù ai quali si ascrivono le scuole di pensiero che più di tutte hanno contribuito alla stesura della legge orale (Si veda Dalla tradizione orale alla tradizione scritta, nel kit formativo La formazione dei testi fondanti dell'Ebraismo). Si noti che dal punto 4 in poi a ricevere e tramandare la legge non sono più maestri singoli, bensì coppie di rabbini (le cosiddette zugot).

Boccaccini, nel contributo presentato al punto successivo, riconsidera questa narrazione su base storica, e ripercorre con acume critico la catena di testi che testimonia la nascita e lo sviluppo dell’innovativa sensibilità religiosa del giudaismo rabbinico.

 
1 (1) Mosè ricevette la legge sul monte Sinai e la trasmise a Giosuè; Giosuè, a sua volta, la trasmise agli anziani; questi ai profeti, i quali la trasmisero ai membri della Grande Assemblea. Essi affermarono tre cose: siate cauti nel giudicare, allevate molti discepoli e fate una siepe intorno alla legge (ossia: prendete tutte le precauzioni onde non giungere alla trasgressione della legge).
2 (2) Shimon il giusto era uno degli ultimi membri della Grande Assemblea. Egli soleva affermare: su tre cose il mondo poggia: sulla legge, sul servizio divino e sulle opere di carità.
3 (3) Antigono di Sochò ricevette la tradizione da Shimon il giusto. Egli soleva dire: non siate come quegli schiavi che servono il loro padrone allo scopo di ricevere un premio; ma siate invece come quegli schiavi che non servono il loro padrone allo scopo di ricevere un premio: e che il timore del Cielo sia sempre su di voi.
4 (4) Josè, figlio di Joezer di Zeredà, e Josè figlio di Jochanan, di Gerusalemme, ricevettero la tradizione dai precedenti. Josè figlio di Joezer di Zeredà affermava: lascia che la tua casa sia luogo di incontro per i sapienti; avvolgiti nella polvere dei loro piedi; e bevi con sete le loro parole.
5 (5) Josè figlio di Jochanan di Gerusalemme, affermava: che la tua casa sia sempre aperta; che i poveri siano membri della tua famiglia; non parlare molto con la donna. Ciò dissero della propria moglie, tanto più, quindi, se si tratta della donna altrui. Da questo hanno affermato i maestri: chiunque parli molto con la donna, procura danno a se stesso, si distrae (dallo studio) della legge e alla fine si procura il Gheinnom.
6 (6) Jehoshua, figlio di Perachjà, e Nittai l'arbelita ricevettero la tradizione dai precedenti. Jehoshua, figlio di Perachjà, affermava: provvediti di un maestro; comprati un compagno e giudica ogni individuo dal lato buono.
7 (7) Nittai l'arbelita affermava: allontanati dal cattivo vicino, non associarti al malvagio, e non disperare della ricompensa.
8 (8) Jehudà figlio di Tabbai, e Shimon figlio di Shatach, ricevettero la tradizione dai precedenti. Jehudà, figlio di Tabbai, diceva: non comportarti come se tu fossi patrocinatore di uno degli imputati: quando gli imputati sono dinanzi a te, siano ai tuoi occhi come colpevoli; ma quando si sono allontanati da te, siano ai tuoi occhi come innocenti, avendo su di loro accettato la sentenza (mantieni imparziale il tuo giudizio, senza simpatie o prevenzioni nei confronti delle parti in causa)
9 (9) Shimon, figlio di Shatach, affermava: esamina i testimoni in maniera esauriente, e stai bene attento alle tue parole, perché da quelle non prendano occasione per mentire.
10 (10) Shemajà e Avtalion ricevettero la tradizione dai precedenti. Shemajà affermava: ama il lavoro, odia la grandezza e non ricercare l'amicizia dei potenti.
11 (11) Avtalion affermava: o sapienti, state attenti alle vostre parole; potreste incorrere nella pena dell'esilio ed essere deportati in luogo di acque cattive, di cui i discepoli, che verranno dopo di voi, potrebbero bere e poi morirne, ed il nome del cielo sarebbe così profanato.
12 (12) Hillel e Shammai ricevettero la tradizione dai precedenti. Hillel affermava: sii dei discepoli di Aharon: ama la pace, insegui la pace, ama le creature e avvicinale alla legge.
13 (13) Egli soleva dire: chi è ambizioso di estendere la propria fama, perde il proprio nome: chi non accresce (il proprio sapere) lo diminuisce; chi non studia, è meritevole di morte; chi si serve della corona (della legge) a suo vantaggio, perisce.
14 Egli soleva dire: se io non sono per me, chi è per me? Ma se io sono soltanto per me, che cosa sono io? E se non adesso, quando?
15 (14) Shammai affermava: fa’ dello studio della legge un'occupazione costante; parla poco, ma agisci molto; accogli ogni persona con volto sereno.

Pirkei Avot 1.1-15, edizione italiana a cura di Rav Ariel Di Porto.

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