Pellegrinaggio e indulgenza plenaria

 

La bolla Antiquorum habet di papa Caetani (Bonifacio VIII) aveva un valore retroattivo e poneva l’inizio dell’anno santo al Natale del 1299 e la sua fine al dicembre 1300. Essa prevedeva una indulgenza plenaria pienissima per chi avesse visitato le basiliche di San Pietro e San Paolo un certo numero di volte (Veniam non solum plenam et largiorem, imo plenissimam). Come ha opportunamente sottolineato Alberto Melloni, Bonifacio VIII fonde due meccanismi particolari, l’indulgenza per il pellegrino che cerca la vicinanza delle sante reliquie e l’indulgenza plenaria concessa al crociato. Leggiamo in Il giubileo. Una storia, di Alberto Melloni:

 

Degli antichi c’è una narrazione degna di fede” – scrive il papa – relativa alle indulgenze fornite a chi va pellegrino alla tomba di Pietro e Paolo. Su questa base, “per i meriti e l’autorità” dei due apostoli coloro che, confessati e pentiti dei propri peccati, ne venereranno le reliquie in questo anno 1300 “et in quolibet annus secuturus” sarà data la più larga e la più piena venia. Dunque non un “giubileo”, parola che appare solo più tardi: e nemmeno un “anno santo”, espressione che papa
Bonifacio ignora […] indicando, riguardo al pellegrinaggio dentro la città, che i Romani dovevano visitare trenta volte le tombe dei santi, mentre un numero dimezzato di volte valeva per i “romei”, i pellegrini che venivano da fuori e che già avevano compiuto un loro percorso penitenziale, esponendosi ai rischi del viaggio. 

Roma diventava immagine di Gerusalemme, la teca in cui sono esposti i martiri di Dio (sono le parole incise in un graffito nella cosiddetta Cripta dei Papi delle Catacombe di San Callisto). Roma era la città del papa, la città che ospitava preziosissime reliquie dei santi e dove il pellegrino poteva guadagnarsi l’indulgenza.

 

Per approfondire il tema puoi leggere le voci legate al pellegrinaggio sul sito festivaldelmedioevo.it…

 

 

 

 

 

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