Termine avestico designante la strettissima endogamia, fino all’incesto, ammessa, e secondo alcuni raccomandata, dalla legge sacra zoroastriana. Attestata storicamente in epoca sasanide, è ripudiata dai moderni Parsi, che ne contestano il valore religioso e normativo nella tradizione mazdeistica.
Dalla voce "Khvaētvadatha" su Treccani.it