«And now Yoga»

«And now Yoga»
Il primo capitolo degli Yoga Sutra è solo mezza frase, neppure una frase intera. Dice: «E ora yoga»: atha yoga-anushasanam. «E ora yoga» significa che, se hai sperimentato il potere, la ricchezza e il piacere, e hai compreso che non funzionano, è tempo di dedicarsi allo yoga. Se il dolore dell’ignoranza ti sta lacerando, «e ora yoga».
Patañjali ha definito lo yoga come yogaś-citta-vṛtti-nirodhaḥ, l’interruzione delle false identificazioni della mente. Indicava, con queste parole, il tentativo di disidentificarsi dalle compulsioni interiori e di fermare la cacofonia della mente per allineare i cinque elementi del corpo con l’intelligenza più ampia della vita. In un certo senso, la parola yoga significa questo: disfare la nostra identificazione con valori e funzioni esterne e riallinearsi con un’idea di mondo più grande. Nei Bhagavad Gita, Krishna sostiene che yoga significa «radicarsi nell’unità», divenire un’eco del cosmo. Allo stesso modo, hatha yoga significa disfare l’allineamento con la mondanità e riallineare il corpo con ha e tha — i termini sanscriti per la luna e il sole.
Di solito, quando facciamo filosofia, parliamo di soggettività con leggerezza, come se le trasformazioni del soggetto fossero semplici cambi d’abito. Nella tradizione yogica le cose sono molto più complicate. Qui, il corpo è un accumulo di memoria. «Molti maestri di yoga, terapeuti e psicologi somatici credono che tutto ciò che abbiamo vissuto sia immagazzinato nel corpo. Anche quando la memoria traumatica è repressa, il corpo ricorda».
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