In numerosi suoi interventi, rivolgendosi ai teologi, Papa Francesco ha chiesto di avviare un radicale rinnovamento della teologia, una vera e propria svolta nel segno di un cambio di paradigma che si traduca in «una teologia fondamentalmente contestuale, capace di leggere e interpretare il Vangelo nelle condizioni in cui gli uomini e le donne quotidianamente vivono, nei diversi ambienti geografici, sociali e culturali e avendo come archetipo l’Incarnazione del Logos eterno, il suo entrare nella cultura, nella visione del mondo, nella tradizione religiosa di un popolo» (Motu proprio, Ad theologiam promovendam n.4, 1/11/2023). In vista di questo traguardo, il Pontefice chiede ai teologi che in questo sforzo di rinnovamento sia dato ampio spazio all’interazione con altri esperti, all’interdisciplinarietà e alla transdisciplinarietà. Come dunque interpretare questo invito alla trasformazione? E come conciliare questo necessario rinnovamento con l’esigenza di conservare natura, oggetto e finalità specifiche della Scienza sacra? Come si rapporta la teologia ai cosiddetti Religious Studies? Nella consapevolezza della complessità di tali questioni, occorre ponderare vari aspetti ed elementi in gioco.