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l’Isrāʾ e il Miʿrāj di Maometto

Isrāʾ e Miʿrāj stanno ad indicare rispettivamente il viaggio orizzontale e il viaggio verticale che compongono il viaggio spirituale. Si narra che il Profeta Muḥammad abbia compiuto l’Isrāʾ e il Miʿrāj, durante una notte databile tra il 610, ovvero l’anno della prima rivelazione al Profeta, e il 622, ovvero l’anno della Hijra.
Già il Corano ci descrive alcuni passaggi di questi due viaggi in momenti diversi.
Di seguito si riportano due passaggi coranici essenziali per la trattazione del tema. La traduzione da cui vengono citati gli estratti è quella di Alessandro Bausani (Il Corano, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2010), ovvero una delle traduzioni maggiormente utilizzate nell’ambito accademico italiano. In mancanza della traduzione di Bausani, il lettore può affidarsi a due traduzioni altrettanto riconosciute scientificamente, ovvero quelle di Martino Mario Moreno (Il Corano, Unione Tipografico-Editrice torinese, Torino, 1971), e di Ida Zilio-Grandi (Il Corano, Mondadori, Milano, 2010). Nel primo passaggio citato ci si riferisce implicitamente all’ Isrāʾ, nel secondo al Miʿrāj.
 
 
Q. 17:1 à “Gloria a Colui che rapì di notte il Suo servo dal Tempio Santo al Tempio Ultimo, dai benedetti precinti, per mostrargli dei Nostri Segni. In verità Egli è l’Ascoltante, il Veggente.”

 

Q. 53: 2 – 18 à "Per la Stella, quando declina! Il vostro compagno non erra, non s’inganna e di suo impulso non parla. No, ch’è rivelazione rivelata, appresagli da un Potente di Forze sagace, librantesi alto sul sublime orizzonte! Poi discese pendulo nell’aria s’avvicinò a due archi e meno ancora e rivelò al servo Suo quel che rivelò. E non smentì la mente quel che vide. Volete voi dunque discuter quel che vede? Sì, ei già Lo vide ancora presso il Loto del Limite presso al quale è il Giardino di al-Ma’wà quando il loto era coperto come d’un velo. E non deviò il suo sguardo, non vagò. E certo ei vide, dei Segni del Signore, il supremo!"