Il viaggio spirituale del Profeta Muḥammad: Isrāʾ e Miʿrāj

 

Il kit Il viaggio spirituale del Profeta Muḥammad, è stato realizzato realizzato grazie al contributo di Francesca Badini, dottoressa di ricerca impegnata in una ricerca sulTafsīr al-mawḍūʿī scritto da Muḥammad al-Ghazālī presso la Biblioteca La Pira di Palermo. L'approfondimento tratta il tema del viaggio spirituale (Isrāʾ, Miʿrāj) con riferimenti alla letteratura religiosa e classica musulmana, per soffermarsi sul legame con la letteratura dantesca, grazie a un contributo video completato da una bibliografia essenziale sull'argomento.

Data Creazione:
Mer, 11/09/2024 - 06:53
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Maometto e il viaggio spirituale

All’interno della tradizione musulmana possiamo identificare due diverse tipologie di viaggio: il viaggio spirituale (Isrāʾ, Miʿrāj) e quello fisico (Hijra). In questo kit ci si concentra sul tema del viaggio spirituale.

Il protagonista indiscusso di questo viaggio è il profeta Muḥammad. Tramite il portale dell’Istituto Treccani, che funge da introduzione al kit, il lettore ha la possibilità di familiarizzare con la figura di Muḥammad. La voce curata da Carlo Alfonso Nallino permette, in particolare, di approfondire la biografia del profeta dell’Islam, all’interno della quale le fonti della tradizione riportano anche il cosiddetto “viaggio notturno”, tema centrale dell'approfondimento.

 

Fondatore della religione islamica (La Mecca 570 circa - Medina 632). È considerato dai musulmani il sigillo dei profeti, cioè colui che ha concluso il ciclo della rivelazione iniziata da Adamo. Maometto, figura chiave dell'Islam, è il messaggero di Dio (rasūl Allāh), ma nonostante l'importanza fondamentale che riveste la sua figura, essendo colui che ha rivelato il Corano, l'ortodossia islamica insiste sul carattere esclusivamente umano della sua persona. Fonti principali della vita di Maometto sono innanzitutto il Corano, la biografia canonica (sīra) e le raccolte di Ibn Isḥāq e Ibn Hishām: secondo queste, rimasto orfano in tenera età, Maometto crebbe in condizioni disagiate fino al matrimonio con la ricca vedova Khadīgia.
 

 

Leggi anche "Maometto", nel Dizionario di Storia (2010), su treccani.it...

Leggi anche "Maometto”, di Carlo Alfonso Nallino, in Enciclopedia Italiana (1934), su treccani.it...

 

 

 

Data: 05 Gennaio 2024
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l’Isrāʾ e il Miʿrāj di Maometto

Isrāʾ e Miʿrāj stanno ad indicare rispettivamente il viaggio orizzontale e il viaggio verticale che compongono il viaggio spirituale. Si narra che il Profeta Muḥammad abbia compiuto l’Isrāʾ e il Miʿrāj, durante una notte databile tra il 610, ovvero l’anno della prima rivelazione al Profeta, e il 622, ovvero l’anno della Hijra.
Già il Corano ci descrive alcuni passaggi di questi due viaggi in momenti diversi.
Di seguito si riportano due passaggi coranici essenziali per la trattazione del tema. La traduzione da cui vengono citati gli estratti è quella di Alessandro Bausani (Il Corano, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2010), ovvero una delle traduzioni maggiormente utilizzate nell’ambito accademico italiano. In mancanza della traduzione di Bausani, il lettore può affidarsi a due traduzioni altrettanto riconosciute scientificamente, ovvero quelle di Martino Mario Moreno (Il Corano, Unione Tipografico-Editrice torinese, Torino, 1971), e di Ida Zilio-Grandi (Il Corano, Mondadori, Milano, 2010). Nel primo passaggio citato ci si riferisce implicitamente all’ Isrāʾ, nel secondo al Miʿrāj.
 
 
Q. 17:1 à “Gloria a Colui che rapì di notte il Suo servo dal Tempio Santo al Tempio Ultimo, dai benedetti precinti, per mostrargli dei Nostri Segni. In verità Egli è l’Ascoltante, il Veggente.”

 

Q. 53: 2 – 18 à "Per la Stella, quando declina! Il vostro compagno non erra, non s’inganna e di suo impulso non parla. No, ch’è rivelazione rivelata, appresagli da un Potente di Forze sagace, librantesi alto sul sublime orizzonte! Poi discese pendulo nell’aria s’avvicinò a due archi e meno ancora e rivelò al servo Suo quel che rivelò. E non smentì la mente quel che vide. Volete voi dunque discuter quel che vede? Sì, ei già Lo vide ancora presso il Loto del Limite presso al quale è il Giardino di al-Ma’wà quando il loto era coperto come d’un velo. E non deviò il suo sguardo, non vagò. E certo ei vide, dei Segni del Signore, il supremo!"
 
 
 
Data: 05 Gennaio 2024
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Il Libro della Scala

La tradizione musulmana ha elaborato, nel corso dei secoli, il racconto del Miʿrāj, partendo proprio dai versetti coranici sopracitati. Un esempio di questa rielaborazione è il cosiddetto Libro della Scala, che Francesco Gabrieli presenta e analizza in questa voce dell’Enciclopedia Dantesca

 

Testo escatologico arabo-spagnolo, il cui originale, a noi non giunto, portava quasi certamente il titolo di Kitāb al-Miʽrāǵ (" Libro della scala ", o della " ascesa " [di Maometto in cielo]). Esso fu fatto tradurre poco prima del 1264 da re Alfonso X di Castiglia, ad opera di un dotto medico giudeo, Abraham; e da questa versione castigliana, anch'essa perduta, l'italiano Bonaventura da Siena, sempre per commissione del re, trasse le due versioni in latino (Liber Scalae) e in antico francese (Livre de l'Eschiele Mahomet) giunte a noi rispettivamente in un manoscritto di Oxford, e in due di Parigi e della Vaticana e pubblicate nel 1949 da E. Cerulli insieme con un riassunto della prima versione castigliana, conservata in un codice dell'Escuriale e attribuita a S. Pedro Pascual.
L'opera originaria appartiene a quel filone della letteratura araba edificante e popolare, che sviluppando un famoso versetto coranico su un miracoloso viaggio notturno del profeta a Gerusalemme (Corano XVII 1), narra la susseguita sua salita al cielo e la sua visita dei regni d'oltretomba.

 

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Data: 05 Gennaio 2024
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