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Il bön, la tradizione religiosa autoctona del Tibet

 

Le poche informazioni che per molti decenni hanno caratterizzato la conoscenza dell'area himalayana, in particolare dell'altipiano tibetano, hanno sovente creato false aspettative riguardo alla tradizione religiosa più antica fiorita nei territori compresi tra Cina e India. La religione bön, diversa dal buddhismo tantrico tibetano ma con molte pratiche e manifestazioni religiose assimilabili, ha caratteristiche peculiari radicate nella cultura locale, che sono chiarite nel breve articolo proposto sul sito di Agenzia Italia.

 

Il Bon è tradizionalmente riconosciuto come la religione autoctona del Tibet. Esiste una sostanziale ignoranza su questa religione in Occidente, ma anche tra i comuni tibetani spesso si notano idee erronee a riguardo, essendo diffuso il pregiudizio che il Bon consista in una semplice e bassa stregoneria camuffata da apparenze buddhiste.
Con l'ascesa del Buddhismo in Tibet il Bon è stato disprezzato e spesso perseguitato - ad esempio all'epoca del re tibetano Trisong Detsen -, ma negli ultimi decenni ha avuto un certo revival, in parte associato proprio alla fine della dominazione buddhista (grazie alla «Liberazione Pacifica» del Tibet). Oggi si conta che circa il 10% dei tibetani segua in qualche misura la religione Bon, e persino in Occidente (anche in Italia) c'è un numero consistente di seguaci (che spesso praticano contemporaneamente anche il Buddhismo Tibetano). In Tibet (Xizang) sono oggigiorno attivi circa 264 monasteri, conventi o eremitaggi di questa tradizione.

 

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