La tradizione religiosa bön
Il kit formativo la tradizione religiosa bön è stato realizzato grazie alla collaborazione di Luca Villa, dottore di ricerca in Indologia e Tibetologia e collaboratore della Fondazione scienze religiose di Bologna. Il kit affronta l'argomento della peculiare religione tibetana del bön grazie ad alcuni contributi video di maestri e studiosi che qualificano le caratteristiche del fenomeno religioso, sia rispetto allo sciamanesimo, con cui in passato è stato scambiato, sia rispetto al buddhismo tibetano, con il quale mantiene numerosi punti di contatto. Un'appendice finale sulla diffusione del bön in Occidente e una bibliografia in italiano con approfondimenti scaricabili dal web e testi disponibili in libreria conclude il percorso formativo.
Il bön, la tradizione religiosa autoctona del Tibet
Le poche informazioni che per molti decenni hanno caratterizzato la conoscenza dell'area himalayana, in particolare dell'altipiano tibetano, hanno sovente creato false aspettative riguardo alla tradizione religiosa più antica fiorita nei territori compresi tra Cina e India. La religione bön, diversa dal buddhismo tantrico tibetano ma con molte pratiche e manifestazioni religiose assimilabili, ha caratteristiche peculiari radicate nella cultura locale, che sono chiarite nel breve articolo proposto sul sito di Agenzia Italia.
Il Bon è tradizionalmente riconosciuto come la religione autoctona del Tibet. Esiste una sostanziale ignoranza su questa religione in Occidente, ma anche tra i comuni tibetani spesso si notano idee erronee a riguardo, essendo diffuso il pregiudizio che il Bon consista in una semplice e bassa stregoneria camuffata da apparenze buddhiste.
Con l'ascesa del Buddhismo in Tibet il Bon è stato disprezzato e spesso perseguitato - ad esempio all'epoca del re tibetano Trisong Detsen -, ma negli ultimi decenni ha avuto un certo revival, in parte associato proprio alla fine della dominazione buddhista (grazie alla «Liberazione Pacifica» del Tibet). Oggi si conta che circa il 10% dei tibetani segua in qualche misura la religione Bon, e persino in Occidente (anche in Italia) c'è un numero consistente di seguaci (che spesso praticano contemporaneamente anche il Buddhismo Tibetano). In Tibet (Xizang) sono oggigiorno attivi circa 264 monasteri, conventi o eremitaggi di questa tradizione.
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Bön e sciamanesimo
Buddhismo bön
Il bön e il buddhismo tibetano
Alexander Berzin, in una conferenza tenuta ad Amsterdam nel 2001, tratteggia un profilo storico della tradizione bön grazie al quale è possibile collocarla nel contesto religioso e sociopolitico del Tibet, delineare i rapporti con lo sciamanesimo e con il buddhismo, e proseguire nel percorso formativo attraverso l'analisi del corpus testuale e delle pratiche tradizionali, su cui si appunterà l'attenzione nei successivi passaggi del kit.
Stasera mi è stato chiesto di parlare della tradizione Bon e dei suoi rapporti con il Buddhismo. Quando Sua Santità il Dalai Lama parla delle tradizioni del Tibet, spesso nomina le cinque tradizioni tibetane: Nyingma, Kagyu, Sakya, Ghelug e Bon. Dal punto di vista di Sua Santità il Bon è alla pari con i quattro lignaggi buddhisti del Tibet. Sua Santità è di mentalità molto aperta; non tutti accettano questa posizione. Fra i maestri buddhisti circolavano e ancora circolano molte idee strane sul Bon. Da un’ottica psicologica occidentale, quando una persona si sforza con grande intensità di porre l’accento sui lati positivi della propria personalità prima di aver veramente risolto i suoi conflitti a livello profondo, il lato oscuro finisce con l’essere proiettato su un nemico: “Noi siamo i bravi ragazzi che seguono un sentiero puro e corretto, loro sono il diavolo.” Disgraziatamente nella storia del Tibet i Bonpo sono stati l’oggetto tradizionale di questa proiezione; vedremo le ragioni storiche di questo fatto, che deve assolutamente essere compreso nel contesto della storia politica del Tibet.