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L'Islam sciita

 

Lo sciismo è la minoranza dell’Islam numericamente più rilevante, generalmente distinta dalla maggioranza sunnita per l’enfasi posta sulla legittimità di ʿAli b. Abī Ṭālib (m. 622), cugino e genero del Profeta Muhammad, alla guida della comunità musulmana dopo la morte del fondatore dell’Islam. Lo sciismo (ar. Shi’a ʿAli, “il partito di ‘Ali”) è pertanto caratterizzato dalla centralità della famiglia di Muhammad sia come autorità politica, sia – e a maggior ragione – come riferimento spirituale e fondamento cosmologico dell’intera dottrina dell’Islam. I successori di ʿAli, cos’ come ʿAli stesso, sono chiamati Imam, e hanno la funzione di custodi della legge, interpreti delle scritture e maestri iniziatori.

Non esistono statistiche precise sull’entità numerica degli sciiti, ma si può ragionevolmente stimare che essi rappresentino, nelle loro varie denominazioni, dal 10 al 20% dell’intera popolazione musulmana mondiale.  

Dottrine millenaristiche e un messianismo centrato sulla figura cosmologica dell’Imam hanno da sempre accompagnato l’Islam sciita, insieme a una sofisticata filosofia mistica e un esoterismo pratico che avvicina le dottrine originare dello sciismo a quelle del sufismo.
L’Islam sciita è suddiviso in diversi rami, distinti per il riconoscimento di diverse personalità come Imam. Il ramo più consistente numericamente, lo sciismo cosiddetto duodecimano, riconosce dodici Imam come succcessori di Muhammad, l’ultimo dei quali, il dodicesimo, è creduto essere ‘in occultazione’ e destinato a tornare alla fine dei tempi come restauratore della giustizia divina sulla terra e rivelatore del significato esoterico della fede.

 

Testo riadattato da Alessandro Cancian, “Shi’ism”, in A. Classen (ed.), Handbook of Medieval Studies: Terms - Methods - Trends, 3 Volumes, De Gruyter: Berlin and New York, 2010, pp. 93-104.