Le attese di un'epoca e il Vaticano II
Cristianesimo nella Storia 22 (2001), pp. 775-797
Abstract:
ING
Like those that preceded it, the Second Vatican Council took place in a specific historical context, one that is complex and contradictory. An analysis of the language used during the council reveals a recurrent "historical" vocabulary: nearly all the texts approved by the council contain some reference to the historical situation, in some cases merely in passing, in others in a more significant sense. At the time of the Council, the Church was emerging from a long period of doctrinal rigidity and of distrust of history, where the truth of the Gospel was a treasure to be conserved rather than marketed. The Council immersed itself in a series of complex issues which mainly concerned the Church. But were the social problems of the world to be "left out"? A close look at the work of the Vatican II shows that this was not to be the case. Overcoming Catholic Eurocentrism was a slow and difficult process, but one which was much boosted by the cosmopolitan composition of the Council Assembly. The Council became an opportunity to look beyond the usual European horizon and to discover the richness of the "new" churches in Latin America, Africa and Asia. Finally these churches could meet with the Europeans on an equal footing. So it was that a climate of dynamism replaced the "cold war" and the Church could once again set itself more ambitious aims.
ITA
Come quelli che lo hanno preceduto, il Concilio Vaticano II, ha avuto luogo in uno specifico contesto storico, complesso e contraddittorio. Un'analisi del linguaggio usato durante il concilio rivela un registro "storico" ricorrente: quasi tutti i testi approvati dal concilio fanno riferimento al momento storico, delle volte in maniera velata, altre volte in maniera più significativa. Al momento del Concilio, infatti, la Chiesa stava uscendo da un lungo periodo di rigidità dottrinale e di sfiducia nella storia, dove la verità del Vangelo era un tesoro da conservare piuttosto che da mercificare. Il Concilio immerse se stesso in una serie di complesse problematiche riguardanti prevalentemente la Chiesa. Ma le problematiche sociali del mondo sono state "messe da parte"? Uno sguardo ravvicinato all'opera del Vaticano II mostra che non è stato questo il caso. Il prevalere dell'eurocentrismo cattolico è stato un lento e difficile processo, ma che è stato maggiormente potenziato dalla formazione cosmopolita dell'assemplea conciliare. Il concilio diventò un'opportunità di guardare oltre il solito orizzonte europeo e di scoprire la ricchezza delle "nuove" chiese dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia. Finalmente queste chiese poterono incontrarsi con quelle Europee sullo stesso piano. Fu così che un clima di dinamismo sostituì la "guerra fredda" e la Chiesa potè ancora una volta porre a se stessa obiettivi più ambiziosi.
La rivista
Cristianesimo nella Storia ospita ricerche di autorevoli studiosi sul percorso storico del cristianesimo, con particolare attenzione ai contesti e alle culture con cui i cristiani sono entrati in contatto, a cominciare da quella vetero-testamentaria e giudaica fino alle società secolarizzate di oggi. Ogni quadrimestre Cristianesimo nella storia propone, oltre ai saggi critici, rassegne, note e recensioni che consentono di valutare criticamente le ipotesi emerse negli studi scientifici internazionali in campo storico, teologico ed esegetico. Un numero di ogni anno viene dedicato a un argomento monografico.