Il Battismo affonda le sue radici in quella rivoluzione religiosa, politica e culturale che fu la Riforma Protestante del XVI secolo, e si è poi diffuso in tutto il mondo portando avanti il messaggio biblico anche attraverso la promozione di ideali quali la libertà di coscienza e religiosa, la separazione tra Chiesa e Stato e la relativa laicità. Temi straordinariamente moderni e attuali che fanno parte del patrimonio genetico delle chiese battiste, da esse propugnati e, letteralmente, predicati ben prima che venissero sistematizzati dal filosofo protestante John Locke (1632-1704) nella Lettera sulla tolleranza, scritta nel 1685. Un fondamentale tratto del percorso storico e dell’esperienza di fede del battismo risiede nella proclamazione di una fede personale consapevole e di comunità costituita nella libertà, quali elementi fondamentali della testimonianza dell’Evangelo. Questo ha avuto anche delle forti ripercussioni politiche e sociali, soprattutto in Nord America. Basti pensare al pensiero e all’opera, di Martin Luther King, il battista più famoso di tutti i tempi.
L’anabattismo rappresenta uno dei grandi fattori di influenza rispetto alle  origini del battismo: l'altro fattore è il calvinismo inglese, il cosiddetto “puritanesimo, di stampo più “riformato", che riteneva necessaria una “purificazione” della chiesa anglicana in senso calvinista, ragione per cui esso prese il nome di Puritanesimo. I puritani al loro interno erano già allora divisi in tendenze e correnti. Una di queste, quella più radicale, concettualizzò anche una separazione vera e propria, ritenendo la chiesa anglicana ormai troppo lontano dal dettato biblico per poter essere rimessa sui giusti binari.
Il fondatore della prima congregazione separatista può essere considerato Robert Browne, autore di vari testi in cui veniva anche messa in grande evidenza l’autonomia delle singole comunità: ecco perché, in seguito, questa versione del separatismo fu chiamata anche congregazionalismo. Quest’ultimo concetto è anche uno dei pilastri del battismo odierno. 
Non è sorprendente immaginare che questi “separatisti” non ebbero vita facile nell’Inghilterra del tempo e spesso, come tutti gli altri dissenzienti, dovettero scegliere (quando non venivano invece incarcerati o uccisi) di andare in esilio, prediligendo i Paesi Bassi e le colonie americane.
Comunque, in questo contesto, nei primi anni del XVII secolo due figure che risulteranno fondamentali per la storia del battismo si incontrarono presso una congregazione separatista nella città di Gainsborough: John Smyth e Thomas Helwys. Tra i membri di questa comunità c’erano alcuni tra i maggiori protagonisti dei cosiddetti “Padri pellegrini” che a bordo della Mayflower raggiunsero qualche anno dopo le coste della Nuova Inghilterra. Questa comunità capitanata da Helwys e Smyth si stabilì ad Amsterdam e piuttosto rapidamente iniziò prendere le distanze anche dalle altre congregazioni separatiste inglesi in terra olandese: Smyth mise in dubbio il suo battesimo ricevuto dalla chiesa anglicana e di conseguenza anche la legittimità di tutte le chiese separatiste che lo ritenevano valido. Si decise così di sciogliere la comunità e di ricostituirla attraverso il battesimo dei credenti che testimoniavano la loro fede. Il battesimo come atto costitutivo della chiesa: era nata la prima chiesa battista della storia. Siamo nel 1609. Helwys e il suo gruppo decisero di rientrare in Inghilterra, pur sapendo che sarebbero tornati in un ambiente ostile. Qui, nel 1612, fondarono vicino a Londra la prima chiesa battista inglese, che secondo altri sarebbe il vero inizio storico del battismo, mentre il gruppo di Smyth si fuse definitivamente con i mennoniti alla morte del loro leader. In estrema sintesi, il guadagno fondamentale dei battisti si riassume in due elementi: la convinzione della necessaria separazione tra Chiesa e Stato e la libertà di coscienza individuale, non soggetta ad alcuna coercizione in materia religiosa. Queste convinzioni strutturanti la forma battista della fede sono maturate da un gruppo di cristiani all'interno della Chiesa Anglicana. Costoro non riescono a riconoscersi in una chiesa che abbia come capo supremo il re, intuendo la necessità di separare il potere della chiesa da quello dello stato per evitare ingerenze improprie. Solo Cristo è il capo della Chiesa, nessuna figura umana, né il re, né il papa, può governare su questa. Tale posizione scatena, nei confronti di questi “cristiani dissidenti” chiamati all'inizio “separatisti” persecuzioni da parte delle autorità civili e religiose. Per sfuggire alla morte, un gruppo di separatisti si rifugiò in Olanda, nazione più tollerante rispetto alle altre e qui si costituisce, nel 1609, la prima Chiesa Battista. Dall'Olanda il movimento battista si sposta prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, nelle colonie americane. Oggi la chiesa battista rappresenta una delle realtà cristiane più numerose negli stati uniti e nel mondo.
I Battisti condividono con le altre chiese della riforma gli stessi principi teologici come la centralità della Parola, la Salvezza per Grazia e il sacerdozio di tutti i credenti. I Battisti sottolineano in modo particolare:
 
  • Il battesimo dei credenti, amministrato in età adulta
  • La libertà di coscienza
  • La libertà religiosa per tutti
  • La separazione tra Chiesa e Stato
  • L’autonomia di ogni chiesa
La prima comunità Battista in Italia è del 1863.
Oggi, su tutto il territorio nazionale, ci sono circa un centinaio di Chiese, ciascuna autonoma a livello locale ma in comunione con le altre tramite un organismo centrale (UCEBI = Unione delle Chiese Evangeliche Battiste in Italia). La popolazione è di circa 5000 membri effettivi, ma si estende a 20.000 persone, se si contano minori e simpatizzanti.
L’UCEBI è membro fondatore della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), che vede unite nel lavoro comune le chiese Valdesi, Metodiste, Battiste, Luterane, Esercito della Salvezza.
Esiste un particolare rapporto di collaborazione tra le Chiese Battiste, Metodiste, Valdesi  (BMV), una piena comunione che permette a queste chiese di testimoniare, in Italia, un altro modo di vivere la fede cristiana, rispetto alla realtà cattolica, dove ogni credente è chiamato a sentirsi parte attiva della comunità.
 

 
Per approfondire si invita alla lettura del numero speciale della rivista Il Seminatore dedicata ai 150 anni della chiesa battista in Italia.