La rinuncia trova progressiva definizione nella tradizione canonica e viene gradualmente assimilata alla rinuncia del vescovo. È prevista nella decretale Quoniam aliqui del 1294 inserita quattro anni dopo nel Liber Sextus, la raccolta di decretali di Bonifacio VIII (1298), concepita come complemento ai 5 libri delle Decretali di Gregorio IX. A tal proposito, si invita alla lettura del Titolo VII De Renuntiatione del Liber Sextus di Bonifacio VIII relativamente al cap. I.
La rinuncia
Cap. I
Il Pontefice Romano può liberamente rinunciare al papato.
Bonifacio VIII
Poiché alcuni curiosi, discutendo di argomenti che non sono molto convenienti, e desiderosi di sapere temerariamente più cose di quanto sia opportuno contro l’insegnamento dell’Apostolo, sembrano mettere in dubbio se il Pontefice Romano, soprattutto quando riconosca di essere insufficiente a governare la chiesa universale e a sopportare gli oneri del sommo pontificato, sia in grado di rinunciare al papato e all’onore e all’onere di questo: Papa Celestino V nostro predecessore, quando reggeva la chiesa, volendo eliminare su questo argomento qualsiasi motivo di incertezza, dopo aver discusso con i confratelli cardinali della chiesa Romana, nel numero dei quali allora eravamo, per decisione e assenso concorde nostro e di tutti gli stessi (sc. cardinali) con autorità apostolica stabilì e decretò che il Romano Pontefice può liberamente rinunciare. Noi pertanto, affinché una decisione di questo genere non cada nell’oblio per il passare del tempo, o accada che il dubbio conduca ulteriormente a recidive discussioni, abbiamo stabilito su consiglio dei nostri confratelli che lo stesso sia da inserire tra le altre costituzioni a perpetua memoria.
Traduzione a cura di Michela Guidi
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N.B. Seleziona Liber Sextus decretalium quindi vai alle pp. 971-972 e leggi il documento nell'originale latino