I rapporti diplomatici tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele sono stati istituiti ufficialmente negli anni ’90 del XX secolo.
Ricostruire le varie fasi che hanno caratterizzato le relazioni tra i due Stati consente non solo di comprendere alcuni aspetti della politica mediorientale del Vaticano, ma anche di collocare tali relazioni nel contesto più ampio del dialogo ebraico-cattolico.

Il 14 febbraio 1947, il Governo britannico annuncia la propria decisione di porre fine al Mandato sulla Palestina, con il ritiro delle truppe previsto per il 15 maggio 1948, e di affidare la soluzione delle problematiche di tale regione alle Nazioni Unite.  

In seguito, il 29 novembre 1947, le Nazioni Unite approvano la Risoluzione 181 (II), meglio conosciuta come Piano di partizione, che stabilisce la divisione della Palestina in due Stati, uno arabo e uno ebraico, e l’internazionalizzazione della città di Gerusalemme, dopo due mesi dal ritiro delle truppe britanniche e non oltre il 1° ottobre 1948.

David Ben Gurion e Chaim Weizmann, le due personalità più importanti del movimento sionista in quel periodo, decidono di agire strategicamente proclamando la fondazione dello Stato d’Israele, il 14 maggio 1948, prima del ritiro delle truppe britanniche dalla Palestina.
La Dichiarazione che sancisce la fondazione dello Stato viene letta da David Ben Gurion nel Museo di Tel Aviv al di sotto del ritratto del fondatore del sionismo, Theodor Herzl.

La fondazione dello Stato d’Israele contribuisce ad intensificare le tensioni presenti nella regione e, in seguito ad essa, ha inizio il conflitto israelo-palestinese.

 

Dichiarazione d’Indipendenza dello Stato d’Israele – 14 maggio 1948:

 

In ERETZ ISRAEL è nato il popolo ebraico, qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale e universale e ha dato al mondo l'eterno Libro dei Libri.
Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica.

 

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La Santa Sede non riconosce diplomaticamente lo Stato d’Israele fino al 1993, quando è stato firmato l’Accordo fondamentale, e nel 1994 sono state istituite le relazioni diplomatiche tra i due Stati.

 

“Quello del riconoscimento dello Stato d’Israele è il grande fatto al cuore dei rapporti tra ebraismo e cattolicesimo lungo tutto il Novecento. Il problema ha radici complesse, religiose e politiche, in un intreccio unico rispetto ad altri mondi confessionali”.

(A. Riccardi, Le politiche della chiesa, Cinisello Balsano, San Paolo, 1997, p. 123)