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Il rapporto tra la Fratellanza e l’istituzione di al-Azhar

 

Dominique Avon è uno storico contemporaneista, Direttore di Studi all’École Pratique des Hautes Etudes (EPHE), dove è titolare della cattedra “Islam sunnita”. Nell'articolo che si propone per proseguire l'approfondimento, pubblicato dalla Fondazione Oasis e intitolato I Fratelli musulmani e al-Azhar: uno scontro aperto introduce il tema dello scontro tra Fratellanza Musulmana e al-Azhar, moschea e scuola superiore di studi musulmani del Cairo, che approfondisce ulteriormente in un saggio scaricabile sul sito oasiscenter.eu.

 

Il 23 febbraio 2019, l’ufficio centrale dei Fratelli musulmani ha pubblicato su ikhwanonline, il sito ufficiale del movimento, una lettera, datata al giorno precedente, dal nome “Consolazione differita e ricompensa meritata”. L’obiettivo di tale missiva era promuovere, in nome dell’Islam, il sacrificio dei “martiri” e il sollevamento rivoluzionario, al fine di eliminare i criminali dei «servizi dello Stato terrorista» egiziano. L’appello alla lotta armata è stato posto sotto il segno del «martire e guida Sayyid Qutb», impiccato dopo dieci anni di prigione sotto il regime di Gamal Abdel Nasser (1918-1970) e ideatore delle «Pietre miliari» per una «avanguardia» musulmana, incaricata di mettersi in azione «per sradicare la jāhiliyya [lo stato di ignoranza] che regna sulla Terra»[1]. Tre giorni dopo, sul sito ufficiale di al-Azhar è stata pubblicata la “Risposta dell’Osservatorio di al-Azhar per la lotta contro l’estremismo alla dichiarazione del gruppo terroristico dei Fratelli”. Gli autori di questo secondo documento accusano direttamente i Fratelli Musulmani di utilizzare a sproposito un versetto coranico, distorcendone l’interpretazione. Nello specifico, gli esponenti di al-Azhar contestano l’uso del concetto di “martiri”, affermano il principio per cui «l’amore per la patria è parte integrante della fede», difendono lo Stato come quadro dell’ordine istituzionale stabilito e accusano «il gruppo terroristico dei Fratelli [di seguire] le orme di Isis» come anche di quei «gruppi estremisti che diffondono il caos».

 

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