Indagine su altri hadith misogini
Fatima Mernissi, Indagine su altri hadith misogini, in Fatima Mernissi, Donne del Profeta. La condizione femminile nell'Islam, Genova: ECIG, 1992
Secondo una tradizione trasmessa da qualche discepolo bugiardo e tendenzioso, Maometto avrebbe pronunciato una sentenza di forte misoginia: «Un popolo che affida i propri destini a una donna, mai potrà essere prospero». Tale fu la forza della dichiarazione che, attraversati i secoli, è arrivata intatta alla nostra epoca ed è entrata nel linguaggio comune come modo di dire oltraggioso. «Potrebbe allora una donna guidare uno stato musulmano?», si chiede Fatima Mernissi, sociologa marocchina, autrice di Donne de Profeta.
Dall'anno 622 - anno primo dell'Egira, in cui i seguaci di Allah si insediarono a Medina, provenienti dalla Mecca - l'equivoco persiste: un problema che «trafigge» tutta la cultura islamica: la posizione della donna all'ombra del Profeta. Maometto aveva prefigurato una società religiosa e democratica in cui uomini e donne, insieme, avrebbero potuto discutere le leggi, formulare le scelte di un nuovo modo di vivere in comunità. L'obiettivo era uno stato forte e stabile, capace di affermarsi in un'Arabia governata da tribù, dilaniata da rivalità, guerre civili venate di oscurantismo religioso e culturale. Eppure, nonostante l'assunto del Profeta, che predicava un'eguaglianza più che formale, la «storia» guidata da misogini forsennati, ha imposto il velo alla donna e, ad un tempo, l'ha emarginata dalla vita decisionale.
Donne del Profeta è una indagine serrata nella messe di letteratura religiosa che commenta le parole, le azioni e le gesta del Profeta; un viaggio nel mistero dei comportamenti islamici per arrivare a scoprire come da un indirizzo remoto in cui uomini e donne, nella Medina del VII secolo, discutevano di politica e insieme andavano alla guerra, si sia potuit arrivare a un così umiliante degrado della presenza femminile.