Al-Andalus: la Spagna musulmana

 

ll kit formativo su Al-Andalus, dedicato alla storia della penisola iberica durante il dominio e la presenza musulmana, è stato realizzato grazie al contributo di Giuseppe Brocato, dottorando della Fondazione per le scienze religiose presso la sede di Palermo, Biblioteca Giorgio La Pira. Attraverso una serie di contributi reperibili on-line, l’approfondimento si propone di offrire una panoramica generale sull’islamizzazione dell’area iberica, mettendone in luce tanto le coordinate storiche, quanto le specificità religiose, sociali e culturali. Il kit si conclude con due documentari che testimoniano la ricchezza e lo splendore di Al-Andalus, la cui eredità continua ancora oggi a influenzare profondamente sia l’Occidente che l’Oriente.

Data Creazione:
Gio, 24/03/2022 - 10:39
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Al-Andalus

 

Per cominciare l’approfondimento su Al-Andalus, si consiglia la lettura preliminare della voce Le testimonianze islamiche nella Penisola Iberica: al-Andalus, redatta da Francesco Noci per Il Mondo dell'Archeologia, opera dedicata ai temi archeologici disponibile sul portale web dell'Istituto Treccani.

 

Il termine, di etimologia incerta, è stato messo, anche se dubitativamente, in relazione con quello di Vandali (ar. al-Andalīš), che avrebbero denominato la Vandalicia, la provincia romana della Betica. Il nome al-Andalus, in quanto sinonimo di Spagna musulmana, non trova corrispondenza in un’entità storico-geografica stabilmente definita, ma nel corso della storia è riferito ai soli territori sotto il dominio dell’Islam, la cui estensione viene progressivamente ridotta dall’avanzare della Reconquista cristiana, fino a limitarsi dalla metà del XIII secolo al solo principato nasride di Granada.

 

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Data: 20 Gennaio 2022
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L’Islam in Europa

 

Un articolo di Antonio Delisa dal titolo L’Islam in Europa- Al-Andalus, reperibile on-line su storiografia.me, permette di avere un quadro cronologico d’insieme per affrontare il tema dell'approfondimento.

 

Malgrado si seguiti a ripetere da più parti che il nome al-Andalus (da cui viene il termine geografico Andalusia) derivi da un preteso “Vandalusia”, gli studi più autorevoli hanno dimostrato come il termine derivi invece dall’espressione in lingua gota “Landahlauts”, (lotti terrieri), i “feudi” cioè attribuiti ai nobili visigoti. Gli arabi apposero semplicemente il loro articolo determinativo “al” a tale parola, originando l’aggettivo “al-Landahlautsiyya”. L’espressione originaria araba era dunque “bilād al-landahlautsiyya” (paese dei feudi gotici) che si semplificò in “bilād al-andalusiyya” e che originò infine il toponimo “al-Andalus”.

 

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Data: 20 Gennaio 2022
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Un esempio di confluenze di tre fedi e tre culture

 

Il percorso formativo prosegue grazie alla trascrizione di un intervento della professoressa Eva Lapiedra Gutiérrez nel contesto della Tavola Rotonda Pensare l'Europa con il Mediterraneo tenutasi in occasione II Forum Civile Euromed, svoltosi a Napoli nel dicembre del 1997. Lapiedra Gutiérrez, docente di Filologia Araba e Islamica presso l'Università di Alicante, affronta il tema della convivencia delle tre fedi monoteistiche presenti in Al-Andalus:

 

Il mondo arabo appartiene in gran parte all'ambito mediterraneo e la sua storia si è sviluppata, lungo il corso dei secoli, in stretta relazione con questa conca chiamata dagli Arabi musulmani, in un primo momento, bahr ar-ru|m o "mare cristiano" e, successivamente, al-bahr al-abyad al-mutawwasie "mare bianco che si incontra al centro".
Il lungo e fecondo splendore arabo-musulmano segna una tappa importante nella storia dell'Al-Andalus, a sua volta proiettato verso il Mediterraneo sin dall'epoca della conquista. Le fonti che riferiscono i primi momenti della storia andalusa raccontano come Musa ibn Nusayr informò il califfo siriano del territorio sconosciuto che si presentava davanti al loro sguardo, una volta giunti all'estremo Maghreb: "Si tratta di uno stretto che permette allo spettatore di scoprire da una parte la forma di ciò che vi è al lato opposto". Ancora si racconta del leggendario viaggio del fondatore della dinastia Omeya in Andalusia — Abd ar-Rahma|n I, ad-Da|jil — che attraversò il Mediterraneo dalla Siria fino alla penisola iberica per stabilirsi in una terra sconosciuta non abitata dagli Arabi — 'a^yam. Una volta addentratici nella storia del Sarq al-Andalus e a oriente della penisola non si può non citare, agli inizi del secolo XI, Ibn Muy|a|hid, re dello stato di Denia (1010-1013), che conquistò le isole Baleari e tentò l'annessione della Sardegna.

 

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Data: 20 Gennaio 2022
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La scienza islamica nella cultura medioevale

 

Piero Morpurgo, nel suo contributo dal titolo La scienza islamica nella cultura medioevale, presenta una rassegna sullo sviluppo della cultura e del progresso scientifico all’interno di Al-Andalus, ma anche nel contesto dell'Italia insulare e meridionale, a cui Pars ha dedicato i kit formativi Al-Ṣiqilliyya: La Sicilia araba e La cultura arabo-islamica in Sicilia. Il testo di Morpurgo che qui si propone per continuare l'approfondimento su Al-Andalus è disponibile online sul portale dell'Istituto Treccani come voce dell'opera Il contributo italiano alla storia del pensiero: Scienze.

 

Per scienza islamica medioevale s’intende il corpus di testi, commenti e analisi di autori appartenenti all’islam, che tradussero e interpretarono, spesso per tramite cristiano-siriaco o ebraico, le opere del pensiero greco, e recarono in lingua araba esperienze o elaborazioni astronomiche, matematiche e naturalistiche. Essa s’irradiò nell’Europa cristiana medioevale attraverso le traduzioni in latino di opere in lingua araba, circolanti a partire dalla fine del 10° sec., e influenzò sia la rinascita scientifica del 13° sec., sia il successivo affermarsi della scienza occidentale. Da un punto di vista cronologico, il pensiero islamico esercitò il suo influsso sin dai secc. 7° e 8°, quando l’espansione musulmana si affermò nei territori europei del Mediterraneo, interessando la Sicilia e la Spagna, ove furono introdotti gli stili di esegesi al Corano fondati su un’attenta serie di riferimenti testuali

 

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Data: 20 Gennaio 2022
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Convenzione e originalità nella poesia di al-Andalus

 

Arie Schippers, docente emerito dell'Università di Amsterdam, ha riportato i contenuti di un ciclo di lezioni tenuto all'Universita di Venezia nel marzo del 1999 nell'articolo Convenzione e originalità nella poesia di al-Andalus, pubblicato sulla rivista Quaderni di Studi Arabi. Il testo offre una panoramica sui più importanti poeti di lingua araba e non che furono attivi all’interno del contesto di Al-Andalus.

 

Si ritiene che la letteratura araba andalusa si sia direttamente ispirata a quella araba orientale, o piu precisamente che la letteratura araba andalusa sia una continuazione e una ripresa dei temi e dei motivi dominanti ad Oriente. I poeti di al-Andalus cercavano di competere con i modelli orientali. Secondo l'arabista spagnolo Corriente nei primi secoli in al-Andalus non c'era molta poesia araba classica, perché le regole metrichce della poesia araba classica non si adattavano all'orecchio castigliano. Tuttavia le fonti storiche indicano che gli abitanti della Spagna si adattarono presto alla poesia araba; anzi, si arabizzarono a tal punto che non erano più in grado di comporre dei poemi in latino, ma preferivano ricorrere all'arabo.

 

Scarica l'articolo di Arie Schippers su dare.uva.nl...

 

Data: 15 Marzo 2022
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Averroè e la filosofia in Al-Andalus

 

L'approfondimento prosegue con l'invito alla lettura del testo La filosofia di lingua araba nella Spagna musulmana, titolo di una delle unità didattiche del volume Lezioni di storia della filosofia, realizzato per l'editore Zanichelli da Fulvia De Luise e Giuseppe Farinetti.

 

Nel 711 una popolazione di berberi convertiti all’Islam conquista il regno spagnolo dei visigoti, facendolo diventare una provincia dell’Impero musulmano in piena espansione, sotto la dinastia degli Omayyadi. È così che nasce la Spagna musulmana (al-Andalus). In Oriente gli Omayyadi vengono spodestati dagli Abbasidi nel 750, ma continuano a controllare la Spagna musulmana fino al 1031. Dopo quella data, il territorio si frantuma in molti piccoli Stati, e ciò produce un indebolimento nei confronti dei regni cristiani del Nord.
Nel 1085 Toledo viene conquistata dal re di Castiglia Alfonso VI e i musulmani chiedono l’intervento del sultano ibn Tashfin, capo della dinastia berbera degli Almoravidi, che aveva costituito un impero nel Nordafrica, con capitale a Marrakech, in Marocco. Ibn Tashfin sconfigge i cristiani, poi assoggetta i piccoli Stati musulmani, inglobando l’Andalusia nel suo impero. Inizia così il dominio degli Almoravidi, che appoggiano la scuola giuridica malikita (dal nome del fondatore, Malik ibn Anas, di Medina, morto nel 796), una delle quattro scuole di diritto religioso nate tra i sunniti, che aveva già avuto l’appoggio degli Omayyadi.

 

Scarica il testo dal portale online.scuola.zanichelli.it...

 

Data: 20 Gennaio 2022
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Alhambra

Data: 24 Gennaio 2022
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Splendori dell'Andalusia

 

Per concludere l'approfondimento si invita a guardare una puntata della trasmissione RAI Ulisse: il piacere della scoperta dal titolo Splendori dell'Andalusia.

 

Alberto Angela compie quindi un viaggio nelle calde e assolate terre andaluse, attraversando le città della regione come Siviglia, Cordova, Granada e Ronda, tra i colori e le bellezze dell'architettura moresca, raccontando un'epoca di convivenza pacifica tra popoli con usi, costumi e addirittura religioni differenti che nel mondo di oggi sembra non poter avere eguali. Com'è noto, infatti, l'Andalusia è la regione spagnola che più a lungo è stata un possedimento arabo e la commistione tra quel popolo e quello autoctono di origine latina ha portato alla creazione di un tessuto culturale nonché a una produzione artistica assolutamente unici e certamente tipici solo e soltanto di quella parte di mondo, rimasti tali anche dopo la fine della Reconquista, nel 1492. Sede di incontri culturali da sempre, la regione ha visto succedersi nei secoli tantissimi popoli: dagli antichissimi – e probabilmente autoctoni – Iberi, poi fusi coi Celti (da qui il termine Celtiberi, appunto), ai colonizzatori Cartaginesi poi scacciati dai Romani, a loro volta invasi dai barbari Visigoti di origine germanica. Quindi è stato il turno della dominazione araba, prima appunto della Reconquista, processo di restituzione dell'intera Spagna a una corona cristiana d'origine neo-latina durato ben settecento anni. Dal flamenco alla produzione di vini, dalle città portuali dalla splendida architettura alle chiese nate precedentemente come moschee fino alle case basse e imbiancate esternamente con la calce, secondo gli usi mediterranei riscontrabili anche nel sud Italia o in Grecia: tutto questo e molto di più è l'Andalusia, ancora oggi meta turistica significativa e, negli anni 60, anche sfondo di più di un film italiano del filone degli spaghetti western. Pure diversi capolavori di Sergio Leone – a cominciare da Per un pugno di dollari – sono stati girati da quelle parti.
 
 
 
Data: 20 Gennaio 2022
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La Questione delle fonti islamiche della Divina Commedia

 

Come continuazione del kit formativo su Al-Andalus, si propone la lettura del breve elaborato di tesi Dante ha copiato? La Questione delle fonti islamiche della Divina Commedia discusso da Antongiovanni Clio presso la Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione dell'Università di Bologna.

 

È il 1919, due anni prima del VI centenario della morte del Sommo Poeta. Critici, letterati, studiosi si preparano a tesserne le lodi, a celebrarne l'indiscusso genio. Tutto il bel paese è pronto a riscoprire il proprio orgoglio patriottico. Ed è proprio in questo anno che l'abate e arabista spagnolo Miguel Asín Palacios dà alle stampe la sua opera più controversa: La Escatologìa musulmana en la Divina Commedia. Attraverso una serie impressionante di analogie, Palacios dimostra l'esistenza di un rapporto «modello-copia» tra le narrazioni musulmane del viaggio ultraterreno di Maometto e la Divina Commedia.

 

Scarica la tesi di Antongiovanni Clio su amslaurea.unibo.it...

 

Data: 20 Gennaio 2022