Lirica persiana
Il kit Lirica persiana è stato realizzato grazie alla collaborazione di Ivana Panzeca, ricercatrice dell'Università degli studi di Palermo e membro della Fondazione per le scienze religiose. Il kit delinea alcuni tratti salienti della lirica persiana di epoca islamica tramite saggi e traduzioni che illustrano sia la sensibilità artistica che l'approccio poetico alla natura, temi tipici della letteratura iranica medievale.
Il "re dei belli" (shah-e khuban) nella lirica persiana classica
Prima pagina del manoscritto del Divan di Hafez Shirazi |
All’alba, attratto da aromi di verzura io scesi un po’ nel giardino A una rosa che tutta si mostrava fissai d’un tratto il mio sguardo A tal punto pareva della sua Giovinezza e Beltà orgogliosa Il giglio la lingua al biasimo aveva già estratta qual spada Il bel narciso aveva il suo occhio a lacrime di desiderio spalancato E questo mi pareva un adoratore del vino col calice in mano Gioia, Piacere, Giovinezza al pari della rosa tu stima ricchezza (tratto da Hafez, Il libro del Coppiere, a cura di C. Saccone)
|
Carlo Saccone nel suo contributo al volume Cenacoli. Circoli e gruppi letterari, artistici, spirituali, tratteggia i caratteri fondamentali della poesia persiana di ispirazione più schiettamente lirica, con una puntuale analisi e grazie a brani esemplificativi tratti dalle opere di numerosi autori vissuti tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo.
Continua a leggere su academia.edu...
|
Rose e violette nei giardini dei lirici persiani
Firdausi e i poeti di Ghazna, dallo Shahnameh di Shah Tahmasp
|
|
Nel saggio Rose e violette nei giardini dei lirici persiani, contenuto all'interno del volume Ernst Robert Curtius e l’identità culturale dell’Europa. Atti del XXXVII Convegno Interuniversitario, Carlo Saccone si concentra su tematiche naturalistiche presenti nella lirica persiana, precisamente sulla rappresentazione del giardino. Ancora una volta, oltre a proporre un esame esaustivo dell'argomento, propone numerosi brani tratte dalle opere di poeti persiani vissuti tra il decimo e il quattordicesimo secolo.
|
|
Continua a leggere su academia.edu... |
Epica persiana e opera lirica italiana: la “Turandot” da Nizami a Puccini
Khusraw scopre Shirin mentre fa il bagno in una piscina
|
|
J.C. Buergel nel saggio letto in occasione della presentazione della raccolta di scritti “Il discorso è nave, il significato un mare“. Saggi sull'amore e il viaggio nella poesia persiana medievale, ripercorre le vicende del poema risalente al dodicesimo secolo Haft Peykar (“Le sette effigi” o “Le sette principesse”, nella versione italiana di Alessandro Bausani), opera di uno dei più grandi poeti persiani, Ilyas ibn Yusuf Nizami (1141-1209), che ispirò Puccini nella stesura della sua “Turandot” attraverso le interpolazioni di Pétis de la Croix, l’autore dei “Mille e un giorno” e degli omonimi drammi di Gozzi e Schiller, che si rifanno alla fiaba persiana senza tuttavia mai citarla.
|
|
|
Alle origini del romanzo persiano medievale
Miniatura risalente al 1729 tratta da un manoscritto del Visramiani, un adattamento georgiano in prosa della storia di Vis e Rāmin. |
|
Nahid Norozi nell'articolo pubblicato sulla rivista Meykhane/Voci e memorie persiane, introduce e propone un'ampia sintesi commentata in lingua italiana (con citazione di ca. 750 distici) del Vis o Rāmin, il primo grande romanzo in versi della letteratura neopersiana, opera di Fakhr al-Din As‘ad Gorgāni (XI sec.), spesso citato come parallelo orientale del Tristano e Isotta.
|
|
Continua a leggere su meykhane.altervista.org... |
Mistica e poesia nell’opera di Jalāl ad-Din Rumi
Manoscritto persiano su carta, Shiraz, 1479.
|
|
Sergio Foti, nel suo contributo alla rivista Meykhane/Voci e memorie persiane prende in esame alcuni dei motivi della poesia di Rumi (Molavi) in relazione sia al lascito spirituale del sufismo, di cui egli è uno dei rappresentanti più originali, sia alla tradizione poetica persiana, di cui Rumi rappresenta uno degli autori più noti e letti nell’ecumene musulmana. Attraverso le opportune citazioni dall’opera di Rumi, vengono illustrati in particolare il motivo della celebrazione delle origini e quello dell’ascesa e del viaggio mistico, e si esplorano i suoi rapporti con la comunità fondata a Konya e in particolare con l’amico mistico, il misterioso derviscio Shams-e Tabriz, colui che fu al centro della intensa esperienza poetica e della personale teofania sperimentata da Rumi.
|
|
|
Il Gol o Nowruz di Khwāju Kermāni
L'angelo dell'Ispirazione visita in sogno Khvaju Kirmani. Foglio sciolto, Baghdad 1396. |
|
Nell'articolo pubblicato sulla rivista Meykhane/Voci e memorie persiane, è ancora Nahid Norozi a proporre una sintesi commentata e inframezzata dalla traduzione italiana di oltre quattrocentocinquanta distici del poema Gol o Nowruz di Khwāju Kermāni (XIV sec.). La sintesi è introdotta, dopo la presentazione dell’Autore e l’opera, da una breve discussione sui rapporti del Gol o Nowruz con il Vis o Rāmin di Gorgāni, il Khosrow e Shirin di Neẓāmi, il Khosrow-nāmé o Gol o Hormuz attribuito ad ‘Aṭṭār e la storia di “Goshtāsp e Katāyun” dello Shāh-nāmé di Ferdowsi. In tale disamina si evidenzia come il modello di Khwāju non sia soltanto Neẓāmi, come tradizionalmente è stato ritenuto, e si rileva che analogie anche più calzanti e pervasive sono riscontrabili piuttosto con il Khosrow-nāmé di ‘Aṭṭār e soprattutto con la storia ferdowsiana degli amanti Katāyun e Goshtāsp.
|
|
|