L’8 aprile 1378 veniva eletto a Roma l’arcivescovo di Bari Bartolomeo Prignano con il nome di Urbano VI. Homo novus lo definì Edith Pástor “in quanto non era mai stato cardinale e proveniva da una famiglia mediocris”, ma “buon conoscitore della vita curiale”;1 dal 1368, infatti, fu stabilmente presso la curia di Avignone fino alla direzione della Cancelleria nel 1376, infine fu nominato arcivescovo di Bari nel 1377 da Gregorio XI.2 Gli stessi cardinali elettori proclamarono il 2 agosto ad Anagni nulla la scelta di aprile per le circostanze irregolari in cui l’elezione era avvenuta. Il 9 agosto dalla cattedrale veniva proclamata la sede vacante e si apriva formalmente lo scisma. Seguì il 20 settembre l’elezione di Roberto di Ginevra con il nome di Clemente VII. Qualunque fosse stata la ragione – contemporanei e moderni ne hanno ricercato le cause – la conseguenza fu la scissione tra il papa e i suoi elettori, una frattura al vertice della Chiesa che portò alla divisione della cristianità in due obbedienze e ad una duplicazione della gerarchia ecclesiastica. Lo scisma “non era principalmente il prodotto di un conflitto politico o di un dissenso dottrinale,” - come ricordava Alberigo - “ma aveva essenzialmente cause endogene all’assetto supremo della grande piramide ecclesiastica.”3 Ivana Ait ha scritto la biografia di Urbano VI per l'Enciclopedia dei Papi edito online dall'Istituto Treccani, a cui si rimanda per un approfondimento.
Bartolomeo Prignano nacque a Napoli nel 1318. Scarse sono le notizie sulle origini della famiglia. Si ritiene che il padre Nicolò, probabilmente proveniente da Pisa, emigrato a Napoli per motivi politici, appartenesse al ceto mercantile-artigianale; la madre, Margherita Brancaccio, era invece esponente di una delle famiglie della nobiltà di Napoli. La storiografia non appare concorde neppure circa il luogo di nascita, anche se propende per identificarlo con la città di Napoli; alcuni studiosi di ambito locale ne rivendicano invece i natali all'area salernitana o al territorio che ad oriente di Nocera si protende verso Sanseverino, identificato con il feudo di Acquarola.
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