L’ascesi tra filosofia e religione
L’ascesi tra filosofia e religione. Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche
Rinunciare al mondo. Forme di ascesi e di perfezionamento spirituale nelle tradizioni religiose
Luca Mori | Ricercatore di Storia della filosofia - Università di Pisa | venerdì 15 Marzo 2024 - ore 17.30
Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche sono tre pensatori fondamentali per definire la traiettoria ottocentesca di quelli che Pierre Hadot ha definito “esercizi spirituali” della filosofia: anche per questa ragione, ricordando che il termine greco askesis significava, in generale, “esercizio”, risulta particolarmente interessante considerare in che modo si presenta, nelle loro opere, il tema dell’ascesi, o degli “ideali ascetici”.
Schopenhauer segnalò più volte l’affinità tra il proprio sistema e quello di Buddha e indicò le Upaniṣad come testo utile a comprendere il suo capolavoro, Il mondo come volontà e rappresentazione; più in generale, fece moltissimi riferimenti alle forme religiose dell’ascesi, per mostrare che la sua era la prima filosofia capace di esprimere nei termini astratti della metafisica la verità per cui le religioni avevano dovuto utilizzare “veicoli mitici”. Vedremo qui come dal mutamento della conoscenza – con il conseguente superamento del principium individuationis – possa scaturire un quietivo del volere che conduce fino alla negazione della volontà, punto nel quale secondo il filosofo si ha il passaggio dal piano della virtù a quello dell’ascesi.
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