Zoroastrismo

Lo Zoroastrismo, o Mazdeismo (da Ahura Mazdā, la divinità suprema della religione fondata da Zarathustra), è spiegato in questo percorso a partire dall'inquadramento che fornisce il portale dell'Enciclopedia Treccani; arricchito grazie a un saggio di Antonio Panaino e un contributo di Simone Cristoforetti, nella parte finale è chiuso da un articolo pubblicato sulla rivista Atlante, pubblicata online sul portale Treccani e da un consiglio di lettura per approfondire i temi legati a questa religione, che ebbe origine in Iran e che oggi è ancora praticata, soprattutto dalla comunità parsi indiana.

Data Creazione:
Mer, 17/07/2019 - 16:37
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Zoroastrismo

 

Il kit prende avvio con il saggio Zoroastrismo di Gherardo Gnoli, pubblicato sull'Enciclopedia delle scienze sociali edita dall'Istituto Treccani.

 

Col termine 'zoroastrismo' si designa la più antica delle religioni viventi fondate da un profeta della cui storicità non si hanno seri motivi di dubitare: Zoroastro o Zarathustra. La prima di queste forme nominali, passata in tutte le lingue europee, deriva dalla grecizzazione del nome iranico, mentre la seconda, utilizzata da Friedrich Nietzsche, si avvicina di più all'originale Zarathuštra, presente nella raccolta dei testi religiosi che va sotto il nome di Avestā, scoperta presso i Parsi in India da Abraham Hyacinthe Anquetil-Duperron nella seconda metà del XVIII secolo. Altri termini a volte utilizzati per designare questa religione sono 'parsismo' e 'mazdeismo'.

 

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Data: 17 Luglio 2019
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Zoroastrismo e religioni dell’Iran preislamico

Data: 13 Giugno 2018
Numero pagine: 41
Autore: Antonio C.D. Panaino
Anno Pubblicazione: 2010
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L'inferno mazdaico: terrifico e transeunte

 

Il percorso prosegue con il saggio L'inferno mazdaico: terrifico e transeunte, di Simone Cristoforetti, tratto dal volume Inferni temporanei. Visioni dell'aldilà dall'estremo Oriente all'estremo Occidente (2011), disponibile per sola consultazione (riproduzione vietata) sul portale ARCA dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

 

Pretendere di parlare di concezioni mazdaiche tout court implicherebbe fare riferimento a implausibili punti fermi di un lunghissimo e complesso processo di elaborazione, di modificazione, di contaminazione, di reinterpretazione che, a partire quantomeno dai “salmi” avestici attribuiti a Zoroastro, meglio noti come Gāthā 1, si può considerare sostanzialmente compiuto entro il IX secolo d.C., in piena età islamica, con la redazione di testi dottrinari in lingua mediopersiana. La ricostruzione storica di un tale processo è irta di difficoltà di ogni genere (non ultime le incertezze filologiche che ne accompagnano il dipanarsi) ed è ben lungi dall’essere confortata dall’accordo degli specialisti anche – se non soprattutto – quanto alle sue linee fondamentali e ai problemi di cronologia.

 

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Data: 17 Luglio 2019
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Continuità di culto tra l’Iran di Zoroastro e quello di ʿAlī

 

 

Il periodico online ATLANTE, pubblicato sul portale dell'Enciclopedia Treccani riporta questo interessante articolo che permette di conoscere la storia del santuario sciita di Bībī Šahrbānū, posto su una collina nelle vicinanze della città di Ray, a sud di Teheran, e di comprendere le trasformazioni occorse nel tempo in questo luogo di culto, in origine dedicato alla yazatā (divinità) zoroastriana Anāhīd.

 

Ci sono luoghi in Iran carichi di una tale spiritualità che trascende i confini dei singoli orizzonti religiosi. Uno di questi è il santuario sciita di Bībī Šahrbānū su una collina nelle vicinanze della città di Ray, a sud di Teheran.

La leggenda legata al santuario ha come protagonista Šahrbānū, una figlia dell’ultimo re sasanide, Yazdegerd III (632-51), la quale, catturata dagli arabi durante la conquista della Persia, è condotta a Medina, dove diviene la moglie di al-Ḥusayn, figlio di ʿAlī, il terzo imam sciita. Dal matrimonio nasce ʿAlī ibn al-Ḥusayn, il futuro quarto imam, chiamato Zayn al-ʿĀbidīn. Dopo la battaglia di Karbalā (680), in cui al-Ḥusayn perde la vita, la principessa fugge in Persia, inseguita dai nemici del marito. Quando giunge nei pressi di Ray, disperata, cerca di invocare Dio, ma invece di pronunciare “Yāllāhu”, riesce a dire “Yā kūh!” (“O montagna”). La montagna si apre miracolosamente, lasciando entrare al suo interno la principessa, la quale continua a vivere tra le sue rocce.

 

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Data: 17 Luglio 2019
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Zarathustra e lo zoroastrismo

Data: 16 Luglio 2019