Hindutva

Il percorso riferito all’Hindutva («induità») propone alcuni saggi di esperti, come Mario Prayer, Alberto Pelissero, Luca Ozzano e Sudhir Kakar, raccolti allo scopo di far conoscere il movimento revisionista e fondamentalista che nei decenni scorsi ha acquistato seguito e potere politico in India. Oggi le organizzazioni che si rifanno ai concetti e ai valori dell’Hindutva continuano ad avere un forte seguito nel Paese asiatico e mantengono legami con alcuni dei principali partiti politici indiani.

Data Creazione:
Mar, 19/11/2019 - 11:52
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India. Revisionismo storico e fondamentalismo religioso

 

Il portale treccani.it permette di introdurre l'approfondimento sull'hindutva («hinduità») grazie a un rilevante articolo  di Mario Prayer  dal titolo «India. Revisionismo storico e fondamentalismo religioso» pubblicato nella sezione dedicato al Dizionario di Storia, con cui si apre il nostro kit formativo.

 

L’emergere di una storiografia revisionista in India rappresenta un fenomeno che, travalicando i confini della riflessione scientifica sul passato, si pone in stretta relazione con l’evoluzione del sistema politico e della coscienza pubblica del Paese negli ultimi 25 anni. Tale corrente storiografica si fonda sull’assioma dell’ininterrotta continuità della «tradizione vedico-indù», la quale, legata inscindibilmente e «da tempo immemore» al territorio indiano, costituirebbe l’elemento fondante dell’identità storica dell’India, fonte primigenia di ispirazione di ogni espressione culturale e politica delle sue genti. Ogni apporto giunto dall’esterno nel corso dei secoli viene considerato alla stregua di una diminuzione del suo spazio vitale. Questa tesi si è accompagnata a un progetto politico incardinato sull’ideologia dell’hindutva («induità»), secondo cui lo Stato-nazione in India dovrebbe riflettere la natura essenzialmente indù del suo passato (hindu rashtra) e di conseguenza soltanto coloro per i quali l’India è terra dei padri (pitri bhumi) e di sacra virtù (punya bhumi) vi avrebbero diritto di cittadinanza.

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Data: 19 Novembre 2019
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Fenomeni di fondamentalismo all'interno di una religione considerata come sistema complesso

 

La rivista «Kervan. International Journal of Afro-Asiatic Studies», sul numero 4&5 edito nel 2007 pubblicò tra i contributi un articolo di Alberto Pelissero intitolato Fenomeni di fondamentalismo all'interno di una religione considerata come sistema complesso, utile per contestualizzare l'esperienza del movimento dell'hindutva

 

Se si desidera comprendere un fenomeno religioso è utile tenersi programmaticamente alla larga dai riduzionismi. Le interpretazioni che tendono a spiegare la religione nei termini di una sovrastruttura imputabile a un sostrato soggiacente di carattere ultroneo, sia esso l’economia (la religione come sosvrastruttura ideologica delle stratificazioni di classe, segno di legittimazione delle gerarchie esistenti nella società), il comportamento sociale (la religione come espressione simbolica dell’unità normativa della società), la psicologia di massa (il monoteismo come elaborazione di una figura paterna; il rinvio a archetipi scaturiti da un inconscio collettivo), un bisogno antropologico (la religione come risposta culturalmente elaborata all’esigenza di sfuggire alla mortalità), sono tutte accomuna te dall’errore metodologico che consiste nel negare autonomia al fenomeno religioso, che viene considerato un epifenomeno di una realtà soggiacente suscettibile di determinarlo in tutto e per tutto. Dall’àmbito di ricerca della sociologia della religione proviene un’ipotesi interpretativa dell’autonomia del fenomeno religioso che prende il nome di economia religiosa. Essa si fonda su tre presupposti: 1) i fenomeni religiosi hanno cause principalmente di natura appunto religiosa (ipotesi antiriduzionistica), 2) la modernizzazione non produce necessariamente né esclusivamente la secolarizzazione (ipotesi di resistenza del fenomeno religioso), 3) la religione che meglio si adatta alla modernizzazione, almeno in determinati contesti, non è la componente progressista bensì quella conservatrice.

 

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Data: 19 Novembre 2019
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Hindutva: la destra nazional-religiosa indù dalle origini alla conquista del potere

 

La rivista «Kervan. International Journal of Afro-Asiatic Studies», sul numero 6 edito nel 2007 pubblicò tra i contributi un articolo di Luca Ozzano intitolato Hindutva: la destra nazional-religiosa indù dalle origini alla conquista del potere», utile per conoscere la storia del movimento dell'hindutva

 

Per comprendere la destra religiosa indù è innanzitutto necessario dimenticare ogni riferimento alla specificità storica delle tradizioni religiose monoteistiche. Infatti, essa presenta caratteristiche del tutto specifiche, strettamente connesse alla tradizione culturale indiana, che ha nell’inclusività una sua caratteristica peculiare. Nel contesto indù, ad esempio, il ‘rifiuto dell’altro’ (tipico dei movimenti fondamentalisti di altre religioni) si è manifestato tardivamente e soltanto verso quelle fedi religiose apertamente inclinate verso il proselitismo e che non appartenevano alla tradizione indiana. Religioni come buddhismo, jainismo e sikhismo, generalmente considerate come rami dello stesso induismo, sono infatti accettate anche da i militanti nazional-religiosi. Il conflitto si è invece manifestato, a partire dalla fine dell’Ottocento, solo per quanto riguarda islam e cristianesimo [Jaffrelot 1996, 2-5; Van Der Veer 1994, 658].

 

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Data: 19 Novembre 2019
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L'epoca di Kali: violenza tra gruppi religiosi in India

 

Il contributo di Sudhir Kakar per Funzione Gamma, journal online di psicologia di gruppo, affronta in modo ampio e circostanziato il tema della violenza tra hindu e mussulmani in India. Fa un’analisi del fenomeno integrando vari punti di vista: storico, religioso, sociale, economico e psicologico.

 

Era il pomeriggio dell’11 dicembre del 1990 quando Sardar, un autista di risciò musulmano, fu accoltellato fuori da un deposito di carbone nella parte antica di Hyderabad, città del sud dell’India. Gli aggressori erano due giovani indù. I musulmani reagirono accoltellando quattro indù all’interno delle mura della città. La violenza che ne scaturì durò per ben dieci settimane, cagionando più di trecento morti e migliaia di feriti.
Quando, nell’anno successivo, iniziai a esaminare il succitato “disordine”- come solitamente sono chiamati gli alterchi tra indù e musulmani - intervistando non solo i superstiti ma anche i fautori della violenza, rimasi colpito dall’accordo che emergeva all’interno delle comunità riguardo agli eventi che avevano preceduto il disordine.

 

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Vedi anche:

Partition Narrative
Venticinque anni fa il massacro di Ayodhya cambiò l’India per sempre

 

 

Data: 19 Novembre 2019
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Organizzazioni e partiti legati all'hindutva

 

Il portale treccani.it propone alcune schede specifiche legate alle organizzazioni e ai partiti che hanno concepito e veicolato gli ideali dell'hindutva con cui si conclude questo approfondimento.

La prima tra queste organizzazioni è detta «Comunità dei volontari nazionali», ovvero Rastriya swayamsevak sangh

Vedi anche:
Vishwa hindu parishad («Società universale hindu»)
Shiv sena («esercito di Shivaji»)
Bharatiya janata party (partito politico indiano)

 

 

Data: 19 Novembre 2019