Buddhismo tibetano
Il percorso si apre con le definizioni di lamaismo e vajrayāna tratte dall'Enciclopedia Treccani e approfondisce i temi tipici del buddhismo tibetano grazie a una video-lezione di Giacomella Orofino, un cui saggio è compreso tra le letture proposte riguardo all'argomento del percorso formativo, insieme a testi di Erberto Lo Bue e Fabian Sanders.
Lamaismo
Per iniziare l'approfondimento proponiamo la lettura della voce lamaismo dell'edizione online dell'Enciclopedia Treccani.
Buddhismo tibetano, così denominato dall’appellativo lama «maestro», con cui sono chiamati in Tibet i monaci, in quanto maestri spirituali.
La penetrazione del buddhismo nel Tibet risale all’8° sec. d.C. Il l. discende per la dottrina dalla scuola del Māhayāna, ma nella pratica rivela connessioni con riti e credenze della primitiva religione tibetana dei bon po.
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Utile per proseguire nel percoso è inoltre avere cognizione del termine vajrayāna, che indica molte delle correnti del buddhismo tibetano.
Termine (in sanscrito «veicolo adamantino» o «della folgore») generalmente usato come equivalente di buddhismo tantrico, in quanto questo costituirebbe un ‘terzo veicolo’ capace di proporre una via diretta alla liberazione (➔ tantrismo). In Tibet, dove fu introdotto dal monaco indiano Padmasaṃbhava, è detto anche lamaismo.
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