Al-Ṣiqilliyya: La Sicilia araba

 

Il kit formativo sulla presenza araba in Sicilia è stato realizzato grazie al contributo di Ivana Panzeca, ricercatrice della Fondazione per le scienze religiose presso la Biblioteca e Centro di ricerca Giorgio La Pira di Palermo. Un inquadramento storico sull'espansione arabo-islamica nel Mediterraneo durante il Medioevo farà da cornice agli approfondimenti sull'apporto degli arabi all'architettura, all'arte e al paesaggio dell'isola per mezzo di alcuni saggi e di un video che mostra il lascito monumentale ancor oggi visibile attraversando Palermo. Una ricca bibliografia concluderà il percorso.

 

Ricordo la Sicilia, e il dolore ne suscita nell’anima il ricordo.
Un luogo di giovanili follie ora deserto, animato un dì dal fiore di nobili ingegni.
Sono stato cacciato dal paradiso, come posso io darne notizia?
Se non fosse l’amarezza delle lacrime, le crederei i fiumi di quel paradiso.

Ibn Ḥamdīs (trad. F. Gabrieli)

 

 

Data Creazione:
Gio, 28/10/2021 - 10:25
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Gli Arabi nel Mediterraneo

 

La presenza araba in Sicilia si configura come uno degli esiti dell'espansione araba nel Mediterraneo. Maria Giovanna Stasolla descrive i caratteri peculiari del fenomeno, non limitati alla sola Sicilia, ma legati primariamente alla penisola iberica e, successivamente, all'intera Italia insulare e meridionale, in un saggio dal titolo Gli Arabi disponibile online all'interno della raccolta Il Mondo dell'Archeologia pubblicata dall'Istituto Treccani.

 

Nell’ambito del patrimonio archeologico dell’Europa sono individuabili, con diversa rilevanza, le tracce di una presenza islamica che interessò, con modalità differenti, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo dall’VIII al XVI secolo, dapprima in Spagna, nell’Italia del Sud e nelle isole del Mediterraneo e poi, dalla metà del XIV secolo, nei Balcani. 
Quella che è stata definita “l’ultima grande migrazione semitica” portò gli Arabi, appena convertiti al monoteismo predicato dal profeta Muhammad (morto nel 632 d.C.), alla conquista del Vicino Oriente e quindi ad affacciarsi nel Mediterraneo nella prima metà del VII secolo. Occupate Cesarea (640) e Alessandria (645) e impadronitisi così degli arsenali bizantini, gli Arabi poterono disporre di una flotta che non tardò a conseguire vittorie sensazionali, pari a quelle che l’esercito continuava a riportare sulla terraferma. Qui, nel giro di qualche decennio, fu conquistato un territorio vastissimo che si estendeva dal Maghreb all’attuale Afghanistan e al bacino dell’Indo (710). Paradossalmente, l’espansione del mondo musulmano nel Mediterraneo nasce da una “insubordinazione”

 

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editrice la scuola_mappa delle conquiste islamiche

 

Mappa delle conquiste islamiche prima della conquista della Sicilia. Fonte: Editrice La Scuola

 

 

Data: 03 Ottobre 2021
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Città, territorio, popolazione nella Sicilia Musulmana

 

Federico Cresti, docente di Storia dell'Africa presso l'Università di Catania, approfondisce il tema della conquista araba della Sicilia e trateggia le caratteristiche dell'insediamento arabo sull'isola nel saggio Città, territorio, popolazione nella Sicilia Musulmana, pubblicato sulla rivista Mediterranea.

 

La conquista musulmana della Sicilia iniziò nel giugno dell’anno 827, quando da Sūsā, uno dei porti principali dell’Ifrīqiya aghlabide, un centinaio di imbarcazioni cariche di fantaccini e di cavalieri prese il mare dirigendosi verso Mazara: gli sviluppi di questa impresa di conquista, con la progressiva affermazione di una società nuova e di un nuovo potere, ebbero tra gli altri risultati una nuova configurazione degli stabilimenti umani dell’isola e una nuova ripartizione delle sue popolazioni sul territorio, che si realizzò in modo diverso nelle sue diverse parti. I lineamenti generali di questo cambiamento possono essere tratteggiati a partire da alcuni avvenimenti della conquista e del periodo della dominazione musulmana – così come, retrospettivamente, dalla più tarda presa del potere da parte dei Normanni – che conosciamo con una relativamente maggior precisione grazie alle fonti di quel periodo.

 

 

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Data: 03 Ottobre 2021
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Lo sguardo dei geografi arabi sulla Sicilia tra alto e basso Medioevo

 

Per farsi un’idea di com’era la Sicilia durante il periodo di dominazione araba tramite le testimonianze dei coevi geografi musulmani e per sapere quali innovazioni hanno apportato le conoscenze degli arabi alle colture e alla tecnologia siciliana, così come al paesaggio antropizzato dell’isola, si invita a leggere il testo di Emma Salizzoni, Tracce di ieri per il progetto di paesaggio contemporaneo: lo sguardo dei geografi arabi sulla Sicilia tra alto e basso Medioevo pubblicato sulla rivista Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino:

 

La Biblioteca arabo-sicula di Michele Amari, edita nella prima versione italiana nel 1880 a Torino, raccoglie oltre cento fonti arabe, di carattere geografico, storico e biografico, datate mediamente tra il X e il XV secolo, riguardanti la Sicilia. Tra queste, i testi dei geografi arabi che hanno visitato l’isola tra alto e basso medioevo, nelle fasi di dominazioni araba e normanna, rappresentano testimonianze preziose, in quanto tra le poche fonti coeve disponibili di un periodo di intensa trasformazione paesaggistica per il territorio siciliano. L’articolo intende, in una prospettiva paesaggistica e dunque di sintesi, partire dall’opera di Amari per leggere in modo integrato temi correlati ad aspetti naturali, rurali e insediativi del territorio, e ricomporre così il mosaico paesaggistico dell’isola così come percepito – e narrato con intenti non solo didascalico-funzionali ma anche di rappresentazione estetica – dai geografi arabi. Emerge un paesaggio connotato in alcuni casi da tratti evidentemente diversi dagli attuali, potenziale, implicita traccia per l’azione progettuale odierna.

 

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mappa della Sicilia, proveniente dalla Tabula Rogeriana di Al-Idrīsī

 

Mappa della Sicilia, proveniente dalla Tabula Rogeriana di Al-Idrīsī e risalente al 1300-1500, Bodleian Library, University of Oxford, UK (ms. Pococke 375).

 

 

Data: 03 Ottobre 2021
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Saraceni di Sicilia

 

Il dominio arabo-islamico della Sicilia era già in una fase discendente quando sbarcarono i Normanni con l'obiettivo di conquistare l'isola. Questi ultimi dopo aver imposto la loro supremazia militarmente, avviarono un processo di unificazione del territorio siculo che si concretizzò con l'ascesa al trono di Federico II. Annliese Nef-Henri Bresc ha descritto i rapporti tra musulmani di Sicilia e normanni in un saggio pubblicato su Federiciana, opera promossa dall'Istituto Treccani.

 

I temi incrociati dei rapporti tra Federico II e i musulmani di Sicilia, dei legami dell'imperatore con i sovrani musulmani e della sua politica relativa alle crociate rientrano senz'altro fra quelli che richiederebbero una nuova sintesi, tenendo conto dei lavori svolti in modo dispersivo e basati essenzialmente su fonti non testuali. Per il resto le nostre conoscenze, sostanzialmente, risalgono ancora alla summa di Michele Amari.

 

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Data: 04 Ottobre 2021
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Uno stato musulmano nell'Europa cristiana del XIII secolo

 

Ferdinando Maurici racconta la vicenda della contrapposizione tra i normanni e uno degli ultimi reggenti islamici della Sicilia, Mohammed ibn Abbad, nell'articolo Uno stato musulmano nell'Europa cristiana del XIII secolo: l'emirato siciliano di Mohammed ibn Abbad, pubblicato su Acta historica et archaeologica mediaevalia. Il saggio aiuta ad approfondire attraverso una «case history» il rapporto tra dominatori e dominati quando i normanni si sostituirono agli arabo-islamici nel governo dell'isola.

 

Concetti e definizioni come quelli di «risveglio dell'Europa», «dilatazione in Europa»,«dinamismo dell'Occidente» o Aufbruch Europas costituiscono ormai quasi delle epigrafi per la storia del vecchio continente nei secoli centrali del Medioevo, dall'Xl alla metà del XIII. Fenomeni altrettanto chiari, e definizioni altrettanto consuete, sono quelli di «decadenza»  o «caduta dell'Oriente», un Oriente inteso ovviamente in senso non meramente geografico e che comprende, oltre all'impero bizantino, tutto il mondo islamico-mediterraneo, dalla Siria al Maghrib all'Andalus. Al concetto di Aufbruch e di Aufbruchszeit e inoltre implicitamente legata la suggestiva contrapposizione proposta da F. Heer fra un'Europa «aperta» del XII ed ancora dei primi del XIII secolo ed un successiva Europa «chiusa» che, esaurita la fase di espansione, si ritrova e si richiude all'interno dei suoi confini, prima dell'età delle scoperte e della grande espansione oltreoceano. Non vi dubbio che, agli inizi del XIV secolo, la Cristianità nel  suo complesso è ormai stabilizzata e che I'età della frontiera appartiene al passato.

 

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Data: 04 Ottobre 2021
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Palermo arabo-normanna

 

L'approfondimento prosegue con l'invito a guardare una puntata della trasmissione di RAI Storia Italia: viaggio nella bellezza dedicata alle vestigia arichitettoniche della presenza islamica in Sicilia.

 

 

Un viaggio alla scoperta della Palermo arabo normanna, cinquantunesimo sito italiano a entrare, nel luglio 2015, nella lista Unesco del Patrimonio Mondiale. Palermo, con la Cappella Palatina e il Palazzo Reale, la Cattedrale, il Palazzo della Zisa, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, le Chiese di Santa Maria dell'Ammiraglio e di San Cataldo; ma anche Monreale e Cefalù con le Cattedrali. Gioielli ai quali è dedicato il documentario "Palermo arabo normanna" di Eugenio Farioli Vecchioli, Maura Calefati con la regia di Federico Cataldi e la consulenza scientifica di Ruggero Longo in onda su Rai Storia per "Italia. Viaggio nella bellezza". Le immagini danno vita a un sincretismo che ha generato un originale uno stile architettonico e artistico di valore universale, in cui sono fusi elementi bizantini, islamici e latini, capace di volta in volta di prodursi in combinazioni uniche. Il sincretismo arabo-normanno ha avuto un forte impatto nel medioevo, contribuendo significativamente alla formazione di una koinè mediterranea, condizione fondamentale per lo sviluppo della civiltà mediterraneo-europea moderna.

 

Guarda la puntata di Italia: viaggio nella bellezza su raiplay.it...

Consulta anche le schede sui luoghi d'arte redatte da Italia Nosta su italianostrapa.it...

 

La chiesa normanna di San Cataldo (Palermo), ricca di elementi
architettonici arabi, fu forse realizzata su una preesistente moschea

 

Data: 03 Ottobre 2021
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Parchi, frutteti, giardini e orti nella Conca d’oro di Palermo araba e normanna

 

Le influenze islamiche trovano riscontri non soltanto nell'architettura e nell'arte della Sicilia, in generale, e di Palermo in particolare, ma possono essere ritrovate anche in ambito naturalistico, grazie alle strutture di parchi, giardini, orti e frutteti, come illustra in quest'articolo Giuseppe Barbera ricercatore del Dipartimento di Colture Arboree dell'Università di Palermo.

 

stanza di re Rggero Palazzo dei Normanni

Palermo deve ai secoli della dominazione araba e poi normanna la fama di “città ricca di giardini a sua volta circondata da un giardino più grande” (De Seta e Di Mauro, 1980) e di “area d’antico e quasi mitico predominio dell’albero” (Bevilacqua, 1988), come è stata definita a sottolineare la presenza più rappresentativa tra le forme che ne compongono la vegetazione sia negli ambiti naturali della macchia e della foresta che in quelli coltivati dei frutteti e dei giardini.

Tale caratteristica e tale presenza hanno portato Palermo ad assumere un carattere distintivo, emblematico tra le città mediterranee, che ha esteso oltre i confini locali la fama della sua pianura, che a partire dal XVI secolo sarà nota come l’aurea concha, la Conca d’oro

 

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     Palermo, particolare di un mosaico nella Sala
    di Ruggero nel Palazzo Reale (o dei Normanni)

 

Data: 03 Ottobre 2021
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Bibliografia la Sicilia araba

Data: 03 Ottobre 2021