L'Islām in Russia

 

Il kit formativo l’Islam in Russia è stato realizzato grazie al contributo di Andrea Amato, dottorando presso la Fondazione scienze religiose di Bologna impegnato in studi relativi alla storia dell'Orda d'Oro e nello specifico al Qalandarnāma, un testo sufi redatto nella Crimea del XIV secolo. Il kit inquadra storicamente la diffusione dell'Islām in alcune aree della Russia odierna, il Medio Volga e la Ciscaucasia, e si sofferma sul descrivere la situazione per come si è evoluta dopo la caduta del regime comunista.

Data Creazione:
Gio, 06/04/2023 - 13:49
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Introduzione - Islām in Russia

 
A seguito della dissoluzione dell’URSS nei primi anni Novanta del secolo scorso, le diverse religioni che hanno caratterizzato e che caratterizzano tutt’oggi la Russia, dopo settant’anni di osteggiamento e oscurazione a causa dell’ateismo di stato, hanno conosciuto una rinnovata libertà di espressione e di professione di fede. In Russia l’Islam è la seconda religione del Paese e conta tra i sedici e i venti milioni di fedeli, quasi il 10% della popolazione totale della Federazione Russa. La fede islamica è presente in quasi tutto il territorio russo.*
In diverse repubbliche è la religione maggioritaria, con picchi che toccano anche il 98%. Si tratta delle Repubbliche di Cecenia, Tatarstan, Baschiria, Cabardino-Balcaria, Daghestan, Inguscezia e Karačaj-Circassia. È interessante notare come queste repubbliche siano concentrate in due specifiche e particolari regioni della Federazione Russa: il Caucaso del Nord e le regioni bagnate dal fiume Volga, nello specifico nei territori orientali del Bassopiano Sarmatico. La fede islamica è dunque parte integrante della società e del popolo russo, convivendo – sebbene segnata da momenti di crisi e scontri – con le altre religioni presenti nella Federazione Russa. Sulla fede islamica in Russia si rimanda a un breve ma esaustivo articolo che ben delinea la situazione politica russa nei confronti di questa fede:
 
Esiste un Paese dalla posizione geografica unica e dove l’islam ha un’importanza centrale nella vita pubblica e nell’elaborazione della politica estera da parte dei decisori politici. In questo Paese operano più di 5mila organizzazioni islamiche, sono presenti circa 8mila moschee, la popolazione musulmana è maggioritaria in almeno sei repubbliche e rappresenta tra il 10% e il 20% a livello nazionale. Questo Paese, inoltre, ha un presidente che regala copie del Corano ai propri alleati e che cita alcune delle sure più belle in occasione delle festività pubbliche e per indurre Stati terzi a cessare le ostilità quando si trovano in guerra. Questo Paese, che ad un primo sguardo si potrebbe tentare di localizzare geograficamente in Nord Africa, in Medio Oriente o in Asia meridionale, giace tra l’Europa orientale e l’Asia settentrionale e ha una storia millenaria che, paradossalmente, affonda le proprie radici in una religione che non è l’islam, è il cristianesimo ortodosso. Questo Paese è la Russia.
 

 

Si propone, infine, un breve reportage francese sull’Islam tra Russia e Cecenia
Per una migliore comprensione della presenza della fede islamica in Russia, si rimanda all'articolo di James H. Meyer Muslims in Russia and the Successor States, nel quale una serie di mappe contestualizzano il fenomeno. Leggi Muslims in Russia and the Successor States su oxfordre.com...
 

*Per un quadro sintetico si veda Islam in Russia su aljazeera.com. Vai all'articolo....

Data: 17 Marzo 2023
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Origine storica e diffusione dell’ Islām in Russia – La Ciscaucasia

 

La presenza della fede islamica nella Ciscaucasia ha anch’essa ragioni storiche profonde simili a quelle delle regioni orientali del Volga. Un’iniziale diffusione dell’Islām in queste terre cominciò con i primi tentativi di conquista araba tra il VII e l’VIII secolo, frustrati tuttavia da iniziali insuccessi. Successivamente, una graduale e costante diffusione dell’Islam nel Caucaso del Nord si dovette, come nel precedente caso, alle vicende legate alle campagne di conquista dei khān mongoli e di Timur Lang tra il XIII e il XV secolo. Con la conversione del settimo īlkhān di Persia Ghāzān Khān nel 1295 e la successiva conversione del khān dell’Orda d’Oro un ventennio più tardi e a seguito della comparsa dell’Impero timuride, l’Islam potè radicarsi maggiormente e definitivamente – seppur in maniera progressiva – anche grazie all’emigrazioni di numerose popolazioni di lingua turca provenienti dalle regioni dell’Asia Centrale. Un contributo di Aldo Maturano su italiamedievale.org sintetizza l'affermazione dell’Islam nella Ciscaucasia:

 

Gli Arabi diventarono un bel grattacapo nel Caucaso proprio nell’VIII sec. e lo scontro maggiore, con guerre e guerricciole sempre più frequenti, fu proprio intorno e con la Cazaria. Siamo all’epoca della grande espansione araba che da poco ha preso le mosse dalla desertica Penisola Arabica con centro La Mecca, alla conquista di un “posto al sole” fra le potenze dell’epoca. La prima e più vicina tappa di queste conquiste è proprio il Caucaso a nord e l’Impero Romano d’Africa ad ovest… Gli Arabi si muovono come una marea di cavalieri impetuosi che cavalcano su bestie, mai viste così grandi, al cui impeto nessuno riesce a resistere abbastanza efficacemente.

 

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Per approfondire

Un breve video divulgativo reperibile on-line permette di avere una visione d’insieme della storia della fede islamica in terra russa. Guarda How did ISLAM Spread to RUSSIA?

 

 

Data: 24 Marzo 2023
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Origine storica e diffusione dell’Islām in Russia - Il Medio Volga

 

Le radici della presenza e della diffusione dell’Islam nei territori del Medio Volga affondano nella storia di queste regioni. Difatti la popolazione delle regioni orientali del Volga – i cosiddetti Bulgari del Volga – si convertì alla fede islamica nei primi decenni del X secolo, divenendo così l’avamposto settentrionale della Umma islamica. Un racconto dettagliato della conversione di questo popolo ci è stato lasciato dalle cronache di viaggio di Aḥmad ibn Faḍlān, nel 922. A seguito delle invasioni mongole del XII secolo, il regno dei Bulgari del Volga venne assoggettato all’Impero degli eredi di Chingīz Khān (Gengis Khan), ponendo così fine al plurisecolare regno musulmano. Ciononostante, l’Islām sopravvisse in queste terre grazie alla conversione alla fede islamica di uno degli eredi del conquistatore mongolo, Öz Bek Khān. Egli fece sì che proprio l’Islam divenisse la religione ufficiale del suo impero, il khānato dell’Orda d’Oro (nato a seguito della divisione dell’Impero mongolo fra i diversi eredi di Chingīz Khān). Con la conversione del khān mongolo, l’Islam ha potuto continuare a diffondersi e a prosperare nei territori compresi nel Bassopiano Sarmatico fino ai nostri giorni. Un contributo di Marie Favereau sul khānato di Öz Bek Khān
pubblicato su Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014) permette di avere una panoramica sulle peculiarità islamiche che hanno caratterizzato l’Orda d’Oro:

 

L’Orda d’oro è uno Stato nato dall’Impero mongolo che diviene indipendente nella seconda metà del XIII secolo. A quest’epoca l’Orda d’oro raggiunge la sua espansione massima, coprendo la Bulgaria danubiana, la Crimea, il Caucaso, i principati russi, la valle del Volga, la Siberia meridionale e le steppe dell’ovest del Kazakistan. Il cuore dello Stato si trova nella valle del Volga, che rimane la terra di predilezione della dinastia dominante dei khan fino alla conquista russa, verso il 1550.

 

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Data: 17 Marzo 2023
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L’Islām nel Caucaso post-sovietico

 

L’Unione Sovietica influì profondamente sulla società, la cultura e le vicende storiche delle regioni e degli stati posti sotto il suo controllo. A seguito della Rivoluzione d’Ottobre e alla successiva creazione delle differenti Repubbliche Socialiste Sovietiche, l’abolizione della libertà di culto e l’istituzione dell’ateismo di stato hanno de facto impedito qualunque professione di fede. Nello specifico, la fede islamica subì una profonda persecuzione – al pari di tutte le altre – con la conseguente distruzione della maggior parte delle moschee (secondo una stima, i luoghi di culto musulmani nell’Unione Sovietica passarono da più di venticinquemila a cinquecento). Inoltre, durante la Seconda Guerra Mondiale ceceni e ingusci subirono la deportazione dalla Ciscaucasia verso il Kazakistan e Kirghizistan, attraverso la cosiddetta “Operazione Lentil”. Nonostante le politiche persecutorie, l’Islam riuscì a sopravvivere e ad essere professato nella sfera privata dai musulmani del Caucaso. Oltre alla sfera del sacro, un ulteriore e peculiare aspetto della presenza dell'Islam in queste regioni è denotato dalla influenza islamica sull'architettura caucasica. Si rimanda all’articolo di Enrico Pittalis dell’Università Ca’ Foscari di Venezia per un ulteriore approfondimento:

 

Il Caucaso si divide comunemente in Caucaso settentrionale (Ciscaucasia) e meridionale (Transcaucasia), che condividono una base culturale ma hanno tra loro profonde differenze. La cultura islamica, oggi diffusa a nord e a sud del Caucaso ha necessitato tempi piuttosto lunghi per penetrare all’interno della zona, in maniera maggioritaria o tra minoranze distribuite in alcune aree. La macroregione è considerata politicamente instabile a seguito di vari scontri bellici scoppiati a seguito della disgregazione dell’Unione Sovietica, che comprendeva i territori oggi divisi tra vari stati, tra cui Armenia, Azerbaigian, Georgia e Russia. In particolare, ci soffermiamo oggi sull’area del Caucaso settentrionale; siamo nella Federazione Russa, tra il Mar Nero e il Caspio, alle pendici di una delle catene montuose più alte al mondo. Ai confini tra Europa e Asia dove la cultura islamica esiste da secoli e convive a fianco a quella cristiana, buddhista, all’ebraismo, alle religioni tradizionali e all’ateismo-laicismo di matrice comunista.

 

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Fu proprio con l’allentarsi dell’opprimente controllo sovietico sulla vita dei cittadini e il conseguente crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 che la religione divenne uno dei principali strumenti per l’indipendentismo di stampo nazionalista. Il Caucaso del Nord durante gli anni Novanta subì un vero e proprio stravolgimento politico: nello specifico la Cecenia, la quale subì due sanguinose guerre tra il 1994 e il 2009, fu teatro del conflitto scaturito tra la Federazione Russa e le spinte indipendentiste di una frangia della società musulmana cecena, le quali aspiravano alla creazione di un Emirato islamico nel Caucaso. Questo tentativo di indipendenza venne stroncato al termine della seconda guerra cecena, sebbene il jihādismo internazionale abbia sempre uno sguardo rivolto verso queste regioni. Per un approfondimento su questa vicenda, si rimanda all’Atlante Geopolitico Treccani:

 

Le due guerre russo-cecene si inquadrano nei più ampi processi innescati dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dalla lotta per l’indipendenza dall’Urss prima, e dalla Federazione Russa poi, delle repubbliche caucasiche.
Nel novembre 1991, contestualmente al conseguimento dell’indipendenza delle tre Repubbliche Socialiste Sovietiche del Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian e Georgia), la Repubblica Cecena di Ichkeria -che, assieme all’Inguscezia, beneficiava dello status di repubblica autonoma -proclamava la propria indipendenza da Mosca. Tale atto diede origine a un conflitto con le autorità federali -preoccupate del possibile ‘effetto domino’ della secessione cecena -che, con diversi livelli di intensità, è durato fino al 2000, generando strascichi visibili ancor’oggi.

 

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Per approfondire

Simone Zopellaro per l'Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa: L'organizzazione terroristica "Stato islamico" cerca di estendersi al Caucaso russo. Gli annunci sulla rete e il confronto con gli altri gruppi islamisti della regione
Francesca Romana Bastianello per l'Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa: Il ruolo dell'Islam nella vita politica del nord del Caucaso

 

Data: 20 Marzo 2023
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L’Islām nel Tatarstan post-sovietico

 

Così come accaduto nel Caucaso del Nord, anche per le regioni del Medio Volga l’Unione Sovietica significò un periodo di persecuzioni e limitazioni nei confronti delle professioni di fede. L’ateismo di Stato venne promosso a discapito delle religioni presenti nella Repubblica Socialista Sovietica Tatara, sebbene fosse possibile continuare – nonostante le innumerevoli limitazioni e controlli – a professare la fede islamica. A seguito del formarsi delle spinte autonomiste nelle diverse regioni dell’ormai decadente Unione Sovietica e del suo crollo negli anni Novanta, anche nel Tatarstan si tentò la formazione di uno stato autonomo e indipendente da Mosca, senza tuttavia riuscire nell’intento. Ciononostante, il Tatarstan venne nominato “repubblica autonoma” all’interno della Federazione Russa: questa regione e la sua capitale Kazan si possono considerare tra le più ricche a livello economico dell’intera Russia. L’Islam è professato dalla popolazione tatara in una percentuale compresa tra il 35 e il 55%, con una presenza di oltre mille moschee sparse su tutto il territorio. L'articolo in lingua inglese Islamic Challenges to Russia, From the Caucasus to the Volga and the Urals permette di avere una panoramica sulla fede islamica in questa regione del Medio Volga.

Nonostante la ricchezza e il benessere della repubblica autonoma, la centralizzazione dello stato russo non permette un effettivo e autonomo sviluppo economico, causando così malcontento fra gli strati più bassi della popolazione. Tale situazione politico-economica rischia di cadere nella trappola del radicalismo islamico, come viene ben evidenziato all’interno di un articolo di Christian Eccher su Limes:

 

Nella repubblica autonoma della Federazione russa la setta wahabita aumenta il consenso fra gli strati più poveri della società, anche dopo gli attentati di quest’estate. La regione è molto ricca, ma la politica di centralizzazione messa in atto da Putin non ne permette lo sviluppo. 

 

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Data: 20 Marzo 2023
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Pratiche religiose e mistiche islamiche nel Caucaso

 

Uno dei cinque pilastri dell’Islām è il ḥajj, il pellegrinaggio alla Mecca che ogni buon musulmano deve compiere almeno una volta nella vita. Per i fedeli musulmani del Caucaso, vittime della repressione statale che impediva loro un pieno svolgimento della vita religiosa, il pellegrinaggio verso i luoghi sacri dell’Islām diveniva di fatto impossibile. A causa di ciò nel Daghestan la montagna sacra di Shalbuzdag divenne un’alternativa per poter adempiere ai propri doveri e ai precetti musulmani:

 

In epoca sovietica, quando i culti religiosi venivano repressi, era divenuta un'alternativa al pellegrinaggio alla Mecca. Ma anche ora che non è più così la montagna sacra di Shalbuzdag attira ogni estate centinaia di pellegrini

 

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Per approfondire

Di particolare interesse risulta il dhikr (la pratica devozionale islamica nel ricordo continuo di Allāh attraverso la ripetizione di diverse formule) eseguito dalle comunità islamiche cecene, caratterizzate da una forte partecipazione fisica e spirituale, manifestata attraverso un movimento circolare e concentrico dei diversi gruppi in preghiera.
 
Nella valle del Pankisi, nella Georgia dell’est, esiste invece una comunità cecena dove il dhikr viene celebrato da un gruppo di sole donne e risulta appannaggio solo di esse. Guarda il video su YouTube... 
 
Il Manifesto e Al Jazeera America hanno dedicato degli articoli in merito a questo fenomeno peculiare del Pankisi:    

Per una visione d’insieme dell’Islām e del sufismo in queste regioni, si segnala la tesi di laurea di Vittoria Carandini scaricabile su balcanicaucaso.org, intitolata Le confraternite musulmane nel Caucaso e in Asia centrale tra il XIX e il XX Secolo

Data: 20 Marzo 2023