Il conclave fu funestato dalla violenza; i capi delle regiones di Roma fecero irruzione nelle stanze dei Cardinali con un seguito di armati intimando la richiesta che risuonava nella piazza: "Romano lo volemo o almanco Italiano!" Con queste parole i Cardinali dopo l’elezione a Fondi di Roberto di Ginevra descrivono il clima di paura in cui era avvenuta l’elezione di Prignano, una elezione non libera e perciò invalida:

 

Il giorno in cui entrammo in conclave permisero che una gran moltitudine di persone. quasi tutte munite di armi offensive, attraverso i ponti accedessero alla piazza di S. Pietro, si che noi a causa di tale folla a stento potemmo entrare nel palazzo di S. Pietro, dove abitava Gregorio XI al momento della morte, e dove era stato convocato il conclave. E quella sera, mentre noi e gli altri cardinali predetti eravamo in conclave, alcuni che si dicevano capi delle regiones arrivarono, ed entrando inopportunamente nel conclave con alcuni armati, ci fecero la stessa richiesta che ci avevano fatto gli officiali di cui sopra, aggiungendo alla fine che, se noi non avessimo dichiarato espressamente che avremmo comunque eletto un romano o almeno un italiano, essi vedevano il popolo cosi mal disposto, che non avremmo potuto evitare di correre pericolo di morte. I suddetti armati non permisero che quella notte le porte del palazzo fossero chiuse e che la porta del conclave fosse murata come di solito si fa: essi occuparono il palazzo e lo circondarono tutt'intorno, così che nessuno, soprattutto dei nostri servitori, poté entrare o uscire senza il loro permesso. Alcuni di loro stavano nel piano di sotto battendo contro il soffitto, urlarono quasi tutta la notte: "Romano lo volemo o italiano!" La mattina, mentre noi e i suddetti cardinali ascoltavamo la messa, cominciarono ad urlare così forte che a stento potevamo sentire la voce del celebrante. E quando ci riunimmo per deliberare sul da farsi, le campane del Campidoglio e della basilica di S. Pietro, che è vicina al palazzo, cominciarono a suonare a martello, ossia nel modo usato per chiamare alle armi il popolo. E allora il popolo con gran furore urlava a squarciagola: "Romano lo volemo o almanco italiano!". Alla fine per alcuni di coloro che erano stati messi di guardia, sia oltremontani che Romani, fu detto a noi e ai suddetti cardinali, che se non fosse stato eletto subito un romano o un italiano, come richiesto dal popolo, tutti saremmo stati fatti a pezzi, e i tre primi cardinali, due dei quali erano italiani, per conto del collegio si affacciarono alla finestra della porta del conclave per parlare al popolo, e non potendo calmare in altro modo la loro temeraria insolenza, promisero espressamente a nome del collegio che, dal momento che non potevano ammansirli avrebbero adempiuto la loro volontà, e un romano o un italiano sarebbe stato eletto papa. Ma il popolo non si accontentò di questa promessa e dichiarò di esser preso in giro e minacciò di interrompere il conclave…

Da Stephanus Baluzius, Vitae Paparum Avinionensium, Paris 1693, Vol. 2 coll. 837-845


 

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Il progetto della Biblioteca del Congresso MINERVA Web Preservation Project  propone tra i suoi contenuti il conclave dell'aprile e del settembre 1378. Scopri di più su cardinals.fiu.edu...
(in inglese)