Per farsi un’idea di com’era la Sicilia durante il periodo di dominazione araba tramite le testimonianze dei coevi geografi musulmani e per sapere quali innovazioni hanno apportato le conoscenze degli arabi alle colture e alla tecnologia siciliana, così come al paesaggio antropizzato dell’isola, si invita a leggere il testo di Emma Salizzoni, Tracce di ieri per il progetto di paesaggio contemporaneo: lo sguardo dei geografi arabi sulla Sicilia tra alto e basso Medioevo pubblicato sulla rivista Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino:
La Biblioteca arabo-sicula di Michele Amari, edita nella prima versione italiana nel 1880 a Torino, raccoglie oltre cento fonti arabe, di carattere geografico, storico e biografico, datate mediamente tra il X e il XV secolo, riguardanti la Sicilia. Tra queste, i testi dei geografi arabi che hanno visitato l’isola tra alto e basso medioevo, nelle fasi di dominazioni araba e normanna, rappresentano testimonianze preziose, in quanto tra le poche fonti coeve disponibili di un periodo di intensa trasformazione paesaggistica per il territorio siciliano. L’articolo intende, in una prospettiva paesaggistica e dunque di sintesi, partire dall’opera di Amari per leggere in modo integrato temi correlati ad aspetti naturali, rurali e insediativi del territorio, e ricomporre così il mosaico paesaggistico dell’isola così come percepito – e narrato con intenti non solo didascalico-funzionali ma anche di rappresentazione estetica – dai geografi arabi. Emerge un paesaggio connotato in alcuni casi da tratti evidentemente diversi dagli attuali, potenziale, implicita traccia per l’azione progettuale odierna.
Mappa della Sicilia, proveniente dalla Tabula Rogeriana di Al-Idrīsī e risalente al 1300-1500, Bodleian Library, University of Oxford, UK (ms. Pococke 375).