Filosofia

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Ripensare le collettività religiose

Ripensare le collettività religiose: “intenzionalità collettiva” nello studio della religione
14 Aprile 2025 | 11:00 — 13:00 | FBK Aula Piccola | Fondazione Bruno Kessler - Polo delle Scienze Umane e sociali

 

La ricerca sociologica sulla religione nella seconda metà del XX secolo si è concentrata fortemente sulla religiosità individuale come emblema della religione nella tarda modernità. All’inizio del XXI secolo, è emerso un rinnovato interesse per le collettività religiose. Tuttavia, la riflessione teorica in questo ambito non ha tenuto il passo con questo rinnovato interesse. Nel suo intervento, il prof. Rota proporrà di attingere all’analisi filosofica dell’ontologia sociale e dell’intenzionalità collettiva per rivitalizzare il lavoro empirico sulle forme collettive di religiosità. Sosterrà un concetto forte di collettività religiosa, distinto dalla semplice somma degli individui praticanti, evitando al contempo concezioni metafisiche olistiche. Illustrerà le sue idee con esempi empirici tratti dai miei progetti di ricerca precedenti e in corso sulla religione e la tecnologia, nonché sulla religione e il rischio.

 

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Data: 09 Aprile 2025

L’ascesi tra filosofia e religione

L’ascesi tra filosofia e religione. Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche
Rinunciare al mondo. Forme di ascesi e di perfezionamento spirituale nelle tradizioni religiose
Luca Mori | Ricercatore di Storia della filosofia - Università di Pisa | venerdì 15 Marzo 2024 - ore 17.30

 

Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche sono tre pensatori fondamentali per definire la traiettoria ottocentesca di quelli che Pierre Hadot ha definito “esercizi spirituali” della filosofia: anche per questa ragione, ricordando che il termine greco askesis significava, in generale, “esercizio”, risulta particolarmente interessante considerare in che modo si presenta, nelle loro opere, il tema dell’ascesi, o degli “ideali ascetici”.
Schopenhauer segnalò più volte l’affinità tra il proprio sistema e quello di Buddha e indicò le Upaniṣad come testo utile a comprendere il suo capolavoro, Il mondo come volontà e rappresentazione; più in generale, fece moltissimi riferimenti alle forme religiose dell’ascesi, per mostrare che la sua era la prima filosofia capace di esprimere nei termini astratti della metafisica la verità per cui le religioni avevano dovuto utilizzare “veicoli mitici”. Vedremo qui come dal mutamento della conoscenza – con il conseguente superamento del principium individuationis – possa scaturire un quietivo del volere che conduce fino alla negazione della volontà, punto nel quale secondo il filosofo si ha il passaggio dal piano della virtù a quello dell’ascesi.

 

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Data: 08 Maggio 2024